#eco2025 – Un nuovo studio australiano rivela il legame tra il BMI materno e l’obesità infantile
Malaga, 11 maggio 2025 – Un recente studio australiano ha evidenziato un’importante correlazione tra il peso delle madri all’inizio della gravidanza e lo sviluppo di sovrappeso o obesità nei loro figli. Questa ricerca, presentata al Congresso Europeo sull’Obesità (ECO 2025) di Malaga, Spagna, sottolinea la necessità di supportare le donne e le loro famiglie prima del concepimento.
Lo studio ha analizzato 2.121 donne in gravidanza con sovrappeso o obesità, con un’età media di 29,4 anni e un BMI mediano di 31,1 all’inizio della gravidanza. Le partecipanti sono state divise in due gruppi: metà ha ricevuto interventi su dieta e stile di vita, mentre l’altra metà ha seguito le cure prenatali standard.
I risultati sono chiari: maggiore è il BMI di una donna all’inizio della gravidanza, maggiore sarà il peso del bambino dalla nascita fino all’età di dieci anni. Questa correlazione è risultata presente indipendentemente dal tipo di assistenza ricevuta durante la gravidanza. Gli studiosi hanno anche rilevato che il BMI del padre influisce significativamente sul peso del bambino all’età di 10 anni.
La professoressa Jodie Dodd dell’Università di Adelaide, che ha guidato la ricerca, ha spiegato che le donne con sovrappeso o obesità hanno un rischio maggiore di complicazioni durante la gravidanza, come diabete gestazionale, ipertensione, parto cesareo e peso elevato del neonato. I loro figli, inoltre, hanno maggiori probabilità di sviluppare obesità.
Lo studio ha dimostrato che per ogni aumento di 5 kg/m² nel BMI materno, si registra un incremento del BMI del bambino che va da 0,11 kg/m² alla nascita fino a 0,74 kg/m² tra gli 8 e i 10 anni. L’effetto del BMI materno diventa particolarmente evidente a partire dai 3-5 anni e risulta ancora più marcato tra gli 8 e i 10 anni.
Questi risultati evidenziano l’importanza degli interventi preventivi prima della gravidanza. “È fondamentale che gli operatori sanitari si concentrino sul supporto alle donne e alle loro famiglie per ottimizzare la loro salute e il loro peso prima della gravidanza, se vogliamo intervenire e potenzialmente ridurre il ciclo intergenerazionale dell’obesità”, ha affermato la professoressa Dodd.
Con circa il 50% delle donne che inizia la gravidanza in condizioni di sovrappeso o obesità, questa ricerca rappresenta un importante promemoria sull’importanza di affrontare le questioni legate al peso in modo proattivo, non solo per la salute delle madri ma anche per quella dei loro figli.