#eco2025 – Troppa pancia nei bambini collegata a rischi metabolici e cardiaci già a 10 anni
Malaga, 12 maggio 2025 – Una nuova ricerca presentata al Congresso Europeo sull’Obesità (ECO 2025) in corso a Malaga, Spagna, rivela un legame significativo tra l’aumento del rapporto vita-altezza durante l’infanzia e un maggiore rischio di sviluppare problemi cardiometabolici e cardiovascolari all’età di 10 anni.
Lo studio danese, condotto dall’Università di Copenaghen, ha scoperto che i bambini con una circonferenza vita che aumentava gradualmente fin dalla nascita mostravano più frequentemente, all’età di 10 anni, segnali precoci di rischio metabolico e cardiovascolare. Questi segnali includono pressione sanguigna elevata e livelli più alti di biomarcatori associati a infiammazione sistemica e disfunzione metabolica, come trigliceridi, resistenza all’insulina (HOMA-IR), glicoproteine acetile (GlycA) e proteina C-reattiva ad alta sensibilità (hs-CRP).
Il dottor David Horner, autore principale dello studio, sottolinea l’importanza di questi risultati: “Con i tassi di obesità infantile in rapido aumento in tutto il mondo, è fondamentale capire come l’obesità centrale durante l’infanzia sia già collegata a segni precoci di deterioramento metabolico, tra cui pressione sanguigna elevata e biomarcatori circolanti associati a future malattie cardiometaboliche”.
È noto che l’obesità infantile e adolescenziale è associata a diverse problematiche di salute in età adulta, tra cui malattie cardiovascolari, metaboliche, neurologiche, muscoloscheletriche e morte prematura. Per questo motivo, l’individuazione precoce del sovrappeso e dell’obesità nei bambini è cruciale per permettere interventi preventivi che possano ridurre le conseguenze a lungo termine sulla salute.
La ricerca evidenzia come l’accumulo di grasso addominale profondo rappresenti un fattore di rischio maggiore per malattie cardiovascolari e metaboliche rispetto al solo indice di massa corporea (BMI). Il rapporto vita-altezza, ottenuto dividendo la circonferenza vita per l’altezza, è un indicatore di obesità centrale e un predittore chiave della salute cardiometabolica.
Per indagare come le diverse traiettorie del rapporto vita-altezza durante l’infanzia possano predire il rischio cardiometabolico e cardiovascolare all’età di 10 anni, i ricercatori hanno analizzato i dati di 700 bambini partecipanti al Copenhagen Prospective Studies on Asthma in Childhood (COPSAC2010), uno studio longitudinale basato sulla popolazione che ha seguito madri e figli.
I bambini sono stati monitorati attraverso 14 visite mediche regolari, dalla prima settimana di vita fino all’età di 10 anni. Il loro rischio cardiometabolico è stato valutato attraverso punteggi compositi (aggiustati per età e sesso) che includevano colesterolo HDL (il cosiddetto “colesterolo buono”), trigliceridi (grassi nel sangue), glucosio, pressione sanguigna (aggiustata per l’altezza) e HOMA-IR (resistenza all’insulina).
I ricercatori hanno identificato tre distinte traiettorie del rapporto vita-altezza: un gruppo di “riferimento” stabile, che comprendeva i due terzi dei bambini; un gruppo con un rapporto “in aumento poi stabilizzato”, che includeva circa un bambino su sei; e un gruppo con un rapporto “in lento aumento”, anch’esso comprendente circa un bambino su sei.
Dopo aver considerato potenziali fattori confondenti come la situazione socioeconomica, lo stato puberale e fattori legati allo stile di vita (attività fisica, sonno e dieta), i ricercatori hanno scoperto che i bambini nel gruppo “in lento aumento” avevano punteggi di rischio cardiometabolico superiori di 0.79 deviazioni standard e punteggi di rischio cardiovascolare superiori di 0.53 deviazioni standard rispetto al gruppo di riferimento. Questi cambiamenti rappresentano uno spostamento significativo rispetto al livello di rischio della popolazione di riferimento, indicando una salute cardiometabolica notevolmente peggiore all’età di 10 anni.
Questo gruppo “in lento aumento” presentava anche una pressione sanguigna sistolica più alta, insieme a livelli elevati di C-peptide (che suggerisce una produzione eccessiva di insulina da parte dell’organismo), HOMA-IR (un marker di resistenza all’insulina associato al diabete di tipo 2 e ad altri disturbi metabolici), glicoproteine acetile (GlycA) e proteina C-reattiva ad alta sensibilità (hs-CRP), entrambi marker di infiammazione cronica legata a malattie cardiovascolari.
Inoltre, questi bambini avevano livelli più bassi di colesterolo HDL, fornendo un quadro più ampio di segnali precoci di future malattie cardiache e metaboliche.
Rispetto al gruppo di riferimento, il gruppo con rapporto “in aumento poi stabilizzato” presentava livelli significativamente più bassi di emoglobina glicata (HbA1c), indicando un migliore controllo della glicemia, e livelli leggermente più alti di apolipoproteina B (ApoB), un fattore di rischio indipendente per le malattie cardiovascolari.
Quando i ricercatori hanno considerato la quantità di grasso addominale presente nei bambini all’età di 10 anni, hanno scoperto che questo fattore spiegava la maggior parte delle differenze nel rischio per la salute tra i gruppi. Come spiega il dottor Horner: “Questo significa che il livello attuale di grasso addominale dei bambini – non solo come il loro grasso si è sviluppato nel tempo – era il più forte predittore della loro salute cardiaca e metabolica. Una volta incluso questo fattore nell’analisi, il precedente modello di graduale aumento di grasso (gruppo ‘in lento aumento’) non era più collegato a un rischio maggiore di per sé. Ciò suggerisce che dove un bambino arriva, quanta grasso addominale ha a 10 anni, conta più di come ci è arrivato. In altre parole, è la quantità di grasso centrale a quell’età, non necessariamente il modello di aumento nel tempo, a svolgere il ruolo più importante nel determinare il loro rischio attuale di problemi cardiaci e metabolici”.
Il dottor Horner aggiunge: “I nostri risultati evidenziano che un elevato rapporto vita-altezza all’età di 10 anni è un indicatore clinico chiave del rischio cardiometabolico nei bambini. Ciò rafforza l’importanza di monitorare l’obesità centrale nella pratica clinica, non solo tracciando il peso, ma specificamente le misurazioni dell’obesità centrale come parte delle valutazioni standard. Poiché l’attenzione clinica si sposta dal solo peso all’identificazione dei bambini con segni precoci di rischio metabolico, il rapporto vita-altezza offre uno strumento semplice ed efficace per rilevare l’obesità centrale con rilevanza cardiometabolica. L’identificazione dei bambini con rapporti elevati può aiutare i medici a indirizzare coloro che sono a maggior rischio di disfunzione metabolica, supportando interventi più personalizzati e la prevenzione precoce di complicanze a lungo termine”.
Gli autori sottolineano che questo è uno studio osservazionale, il che significa che mostra una forte associazione ma non prova in modo definitivo che modelli avversi di obesità centrale nell’infanzia aumentino il rischio cardiometabolico all’età di 10 anni. Come parte di questo lavoro, il team sta attualmente analizzando campioni di sangue ripetuti utilizzando la metabolomica per ottenere una comprensione più approfondita dei meccanismi biologici che collegano l’obesità centrale al rischio di malattie cardiometaboliche e cardiovascolari.
Come spiega il dottor Horner, “Prevediamo di espandere questa analisi per includere dati metabolomici longitudinali durante l’infanzia e speriamo di convalidare i risultati in un’altra coorte indipendente madre-figlio”.
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Metabolomica: Un’analisi approfondita dei “prodotti” del metabolismo
La metabolomica è un campo scientifico che si concentra sull’identificazione e la quantificazione di tutte le piccole molecole presenti all’interno di una cellula, di un tessuto, di un organo o di un organismo in un determinato momento. Queste piccole molecole, chiamate metaboliti, sono i prodotti finali delle reazioni metaboliche. Pensala come l’analisi di “cosa rimane” dopo che tutti i processi biochimici hanno avuto luogo.
Perché è importante nello studio sull’obesità infantile?
Nel contesto della ricerca che stiamo esaminando, i ricercatori menzionano l’analisi di “campioni di sangue ripetuti utilizzando la metabolomica per ottenere una comprensione più approfondita dei meccanismi biologici che collegano l’obesità centrale al rischio di malattie cardiometaboliche e cardiovascolari”. Ecco perché questo approccio è prezioso:
- Visione Olistica: La metabolomica offre una visione complessiva dello stato metabolico di un individuo. Invece di concentrarsi su un singolo biomarcatore (come il colesterolo o la glicemia), analizza contemporaneamente centinaia o addirittura migliaia di metaboliti.
- Identificazione di Nuovi Biomarcatori: Attraverso la metabolomica, i ricercatori possono scoprire nuovi biomarcatori precoci che potrebbero indicare un aumentato rischio di malattie cardiometaboliche prima che i marker tradizionali diventino anomali. Potrebbero emergere molecole specifiche che sono particolarmente sensibili ai cambiamenti causati dall’obesità centrale.
- Comprensione dei Meccanismi: Analizzando i profili metabolici dei bambini con diverse traiettorie del rapporto vita-altezza, i ricercatori sperano di svelare i meccanismi biologici sottostanti che collegano l’accumulo di grasso addominale ai problemi di salute. Ad esempio, potrebbero identificare specifiche vie metaboliche che vengono alterate precocemente nei bambini a maggior rischio.
- Personalizzazione degli Interventi: In futuro, la metabolomica potrebbe aiutare a personalizzare gli interventi preventivi o terapeutici in base al profilo metabolico specifico di un bambino.
L’applicazione della metabolomica in questo studio rappresenta un tentativo di andare oltre la semplice osservazione di associazioni e di addentrarsi nei meccanismi biologici più fini che spiegano come l’obesità centrale nell’infanzia possa portare a un aumentato rischio di problemi cardiaci e metabolici in età più avanzata. L’analisi dei metaboliti presenti nel sangue dei bambini nel corso del tempo potrebbe fornire indizi cruciali su quali processi biologici vengono influenzati e quali molecole potrebbero essere bersagli per interventi futuri.