Mal di Testa: Un Disturbo Diffuso, Spesso Sottovalutato

Milano, 15 maggio 2025 – Il mal di testa è un compagno indesiderato per moltissimi italiani, un disturbo così comune da essere conosciuto dal 90% della popolazione. Nonostante la sua vasta diffusione, il suo impatto reale sulla qualità della vita viene spesso minimizzato, soprattutto da chi non ne ha esperienza diretta. In Italia, la cefalea tensiva colpisce circa il 45% delle persone, mentre l’emicrania, decisamente più disabilitante, interessa il 25%. Un dato preoccupante è che un terzo dei pazienti emicranici sperimenta almeno un attacco a settimana, coinvolgendo oltre 5 milioni di persone con almeno quattro crisi al mese.

Le donne sono colpite in modo significativamente maggiore rispetto agli uomini, con un rapporto medio di circa 3 a 1. Nelle forme croniche, questa disparità aumenta ulteriormente: nell’emicrania cronica, che riguarda circa il 3% degli italiani, il rapporto donna/uomo supera addirittura il 7 a 1. Purtroppo, molti italiani che soffrono di mal di testa non ricevono una diagnosi corretta, portando a cure inefficaci a causa di una sovrastima di forme rare o rarissime e una sottovalutazione della frequenza reale del disturbo da parte degli intervistati.

Ma quali sono i principali fattori scatenanti? Secondo un’indagine, lo stress o la tensione emotiva sono al primo posto (49,9%). Seguono l’uso prolungato di schermi (29,6%) e i disturbi legati al cambio di stagione o al ciclo mestruale (20,7%). Anche uno stile di vita scorretto gioca un ruolo importante. Le donne tendono ad associare maggiormente il mal di testa allo stress rispetto agli uomini. È interessante notare che le persone sotto i 45 anni riportano una maggiore correlazione con l’uso prolungato di videoterminali e l’ansia da performance. Il Professor Piero Barbanti sottolinea che non è tanto lo schermo in sé il problema, quanto ciò che esso rappresenta: lavoro, impegno intellettuale e lo stress associato.

Il mal di testa ha un impatto tangibile sulla vita di tutti i giorni: per il 50% degli intervistati è considerato limitante, e il 12% è costretto a interrompere le attività o ad assumere farmaci per poterle riprendere. Solo il 36% riesce a gestirlo facilmente. L’impatto varia con l’età: i trentenni sono quelli che ne risentono maggiormente nella loro vita attiva. Il Professor Barbanti invita i giovani a essere più consapevoli dei propri livelli di stress e dei ritmi frenetici del mondo iperconnesso, definendo il multitasking “dannoso”.

Come affrontano gli italiani il mal di testa occasionale? La maggior parte ricorre ai farmaci di automedicazione con azione analgesica e antinfiammatoria (56,8%). Seguono, a distanza, i rimedi naturali (16,1%). Solo una minoranza si rivolge al medico o al farmacista (8,9% ciascuno), mentre il 21,7% aspetta semplicemente che il dolore passi. Questa attesa, commenta il Professor Barbanti, può essere dovuta a una mancanza di consapevolezza sull’efficacia dei trattamenti o a timori infondati.

Per prevenire il mal di testa, il Professor Barbanti raccomanda uno stile di vita equilibrato: dormire almeno sette ore, fare tre pasti regolari con una buona colazione, mantenersi idratati e fare attività aerobica almeno sei ore a settimana. Tutti i tipi di mal di testa possono essere trattati. I farmaci da banco sono un valido alleato per i disturbi lievi, se usati con consapevolezza e tempestività, un aspetto cruciale per l’emicrania. Tuttavia, se l’uso supera le quattro volte al mese, è fondamentale affiancare terapie preventive da valutare con il proprio medico.