Shock Anafilattico in Italia: Un’Emergenza Sanitaria Ancora Sottovalutata
Un fenomeno drammatico e spesso silenzioso
Ogni anno in Italia si registrano circa 40 decessi dovuti a shock anafilattico, una reazione allergica grave che può rivelarsi fatale in pochi minuti. Più della metà di questi casi è causata da allergie alimentari, mentre l’altra metà è provocata da punture di imenotteri come api e vespe. Tuttavia, questi numeri potrebbero essere solo la punta dell’iceberg: molti casi sfuggono alle statistiche ufficiali a causa della mancanza di un sistema di sorveglianza nazionale e della difficoltà nel riconoscere correttamente questa condizione da parte del personale di pronto soccorso.
L’autoiniettore di adrenalina: un salvavita difficile da ottenere
Il farmaco che può salvare la vita in caso di shock anafilattico è l’adrenalina, somministrata attraverso un autoiniettore che il paziente può utilizzare autonomamente. Tuttavia, in Italia l’accesso a questo dispositivo salvavita presenta numerose criticità. La classificazione dell’adrenalina in regime ospedaliero complica significativamente l’ottenimento del farmaco da parte dei pazienti, creando barriere burocratiche che possono avere conseguenze drammatiche.
Come spiega Antonella Muraro, Direttore del Centro Regionale dell’Azienda Ospedale Università di Padova e coordinatrice delle Linee Guida Europee per l’Anafilassi, “l’unica modalità per rispondere prontamente ad uno shock anafilattico è la somministrazione tempestiva di adrenalina auto-iniettabile”. L’Agenzia Europea per i Medicinali (EMA) raccomanda la prescrizione di due autoiniettori per ogni paziente a rischio, ma molte regioni italiane non garantiscono ancora questa dotazione essenziale.
Un accesso disomogeneo sul territorio nazionale
Una delle criticità più gravi del sistema italiano è la mancanza di uniformità nell’accesso ai dispositivi salvavita tra le diverse regioni. Questa disparità territoriale crea una vera e propria discriminazione sanitaria: un paziente allergico che vive in alcune regioni può avere difficoltà a ottenere gli autoiniettori di adrenalina, mentre in altre zone l’accesso è più facilitato.
Food Allergy Italia APS, associazione impegnata nella tutela dei diritti delle persone allergiche, sottolinea come sia fondamentale garantire che questi dispositivi vengano forniti attraverso le farmacie territoriali più vicine ai pazienti, assicurando un accesso tempestivo in caso di emergenza.
Le richieste degli esperti per migliorare la situazione
Durante l’evento istituzionale “Anafilassi: prevenzione e consapevolezza”, organizzato da Food Allergy Italia APS in collaborazione con l’Intergruppo Parlamentare sulla malattia celiaca, allergie e AMFS, gli esperti hanno individuato cinque interventi prioritari per migliorare la gestione dell’anafilassi in Italia.
Il primo punto riguarda il riconoscimento della reazione anafilattica all’interno dei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA), inserendo i percorsi diagnostici e terapeutici delle allergie e dell’anafilassi tra le prestazioni garantite dal Servizio Sanitario Nazionale.
La riclassificazione dell’autoiniettore di adrenalina dalla Fascia H alla Fascia A rappresenta un altro obiettivo fondamentale: questo cambiamento permetterebbe il reperimento diretto del farmaco nelle farmacie territoriali, eliminando le attuali complicazioni burocratiche.
Formazione e prevenzione: pilastri della sicurezza
Gli esperti sottolineano l’importanza di creare una rete di centri allergologici di riferimento per l’allergia alimentare, con un coordinamento nazionale che garantisca standard uniformi di cura su tutto il territorio. Parallelamente, è essenziale attivare campagne di formazione specifiche per tutti gli operatori coinvolti: medici specialisti, pediatri, medici di medicina generale, personale di pronto soccorso e farmacisti.
La formazione deve estendersi anche oltre l’ambito sanitario, coinvolgendo operatori del settore alimentare, ristoratori, personale delle mense scolastiche e scuole. Particolarmente importante è l’integrazione dell’offerta formativa delle scuole alberghiere, dove i futuri professionali della ristorazione dovranno imparare a gestire le esigenze dei clienti allergici.
L’impegno delle istituzioni
Elena Murelli, Presidente dell’Intergruppo parlamentare sulla malattia celiaca, allergie e AMFS, ha annunciato l’intenzione di presentare una mozione per impegnare gli enti preposti ad aumentare la consapevolezza sul tema delle allergie alimentari. L’obiettivo è introdurre corsi obbligatori di formazione specifica sull’utilizzo degli autoiniettori di adrenalina e garantire a tutti i pazienti a rischio un accesso equo ai dispositivi salvavita, abbattendo le diseguaglianze regionali.
Verso un futuro più sicuro
La lotta contro l’anafilassi richiede un approccio multidisciplinare che coinvolga istituzioni, professionisti sanitari, operatori del settore alimentare e la società nel suo complesso. Solo attraverso un impegno coordinato sarà possibile ridurre il numero di decessi evitabili e garantire a tutte le persone allergiche una vita più sicura e serena.
L’introduzione precoce degli allergeni nelle iniziative nazionali di sanità pubblica, l’aumento della consapevolezza pubblica e la creazione di un sistema di sorveglianza nazionale rappresentano ulteriori tasselli di un puzzle complesso ma fondamentale per la salute pubblica italiana.