#EHA2025 – Mieloma multiplo: con belantamab mafodotin la sopravvivenza libera da malattia triplica
Al Congresso Europeo di Ematologia (EHA), GSK ha presentato i risultati di due studi clinici che aprono nuove prospettive nel trattamento del mieloma multiplo. L’aggiunta di belantamab mafodotin a combinazioni terapeutiche già consolidate ha permesso di triplicare la sopravvivenza libera da progressione (PFS) rispetto alla terapia standard, con una significativa riduzione del rischio di morte.
Studio DREAMM-7: oltre 36 mesi senza progressione della malattia
Lo studio clinico DREAMM-7, che ha coinvolto 494 pazienti con mieloma multiplo recidivante o refrattario, ha confrontato la combinazione belantamab mafodotin, bortezomib e desametasone (BVd) con la terapia standard a base di daratumumab, bortezomib e desametasone (DVd). I risultati sono rilevanti:
-
Sopravvivenza libera da progressione di 36,6 mesi rispetto ai 13,4 mesi della terapia standard.
-
Riduzione del 42% del rischio di decesso, con un follow-up mediano di 39,4 mesi.
Questi dati segnano un punto di svolta nella seconda linea di trattamento, offrendo una nuova opzione anche per pazienti già trattati con lenalidomide.
Studio DREAMM-8: efficacia in pazienti refrattari alla prima recidiva
Nel trial DREAMM-8, condotto su 302 pazienti, è stata valutata la combinazione belantamab mafodotin, pomalidomide e desametasone (BPd) contro la combinazione bortezomib, pomalidomide e desametasone (PVd). I pazienti coinvolti erano in prima recidiva e in larga parte refrattari alla lenalidomide:
-
La PFS mediana ha raggiunto i 32,6 mesi nel gruppo BPd, contro i 12,5 mesi del braccio di controllo.
-
Dopo un anno, l’80% dei pazienti trattati con belantamab mafodotin era ancora in vita e non presentava progressione di malattia, rispetto al 67% del gruppo di controllo.
Il parere dell’esperto: cambia lo scenario terapeutico
«I risultati di DREAMM-7 mostrano come belantamab mafodotin in combinazione con BorDex rappresenti un miglioramento significativo rispetto al regime standard, anche nei pazienti refrattari alla lenalidomide», ha dichiarato il prof. Alessandro Corso, Direttore del Dipartimento di Oncologia dell’Ospedale di Legnano.
«DREAMM-8, invece, è molto promettente in un setting ancora più difficile: pazienti refrattari sia a lenalidomide che a daratumumab. Le terapie anti-BCMA stanno cambiando la storia del mieloma multiplo, e belantamab mafodotin ha il vantaggio di poter essere somministrato in Day Hospital, rendendolo accessibile anche in ospedali periferici».
Verso una nuova approvazione europea
I due studi DREAMM sono sostenuti dalla recente raccomandazione positiva del CHMP (Comitato per i medicinali per uso umano dell’EMA) per l’approvazione delle nuove combinazioni a base di belantamab mafodotin. L’autorizzazione formale in Europa è attesa per il terzo trimestre del 2025. Se confermata, potrà ridefinire l’approccio terapeutico già dalla prima recidiva del mieloma multiplo.
Un vantaggio anche pratico: trattamento in ambulatorio
Oltre ai benefici clinici, belantamab mafodotin non richiede premedicazione né ospedalizzazione: può essere somministrato in ambulatorio, riducendo l’impatto logistico sul paziente e sulle strutture sanitarie.
Il mieloma multiplo in Italia: numeri e bisogni clinici
Il mieloma multiplo è il secondo tumore del sangue per incidenza in Italia, con circa 6.590 nuove diagnosi ogni anno. È una malattia cronica complessa, che richiede terapie di lunga durata e strategie sempre più personalizzate. Le recidive rappresentano una fase critica nel percorso terapeutico, ed è qui che l’efficacia delle nuove combinazioni può fare la differenza.