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Un nuovo anticorpo monoclonale riaccende le speranze nei bambini con complicanze da trapianto

 

Ravulizumab: una svolta terapeutica nella HSCT-TMA pediatrica

Un recente studio clinico di fase III ha dimostrato che ravulizumab, un anticorpo monoclonale a lunga durata d’azione che inibisce la proteina C5 del complemento, può migliorare significativamente la sopravvivenza nei bambini affetti da microangiopatia trombotica associata a trapianto di cellule staminali ematopoietiche (HSCT-TMA).

Nello studio, aperto e a braccio singolo, il 87,2 % dei pazienti (38 su 41) era ancora in vita a 26 settimane dall’inizio del trattamento, un risultato che assume grande rilievo considerata l’elevata mortalità associata a questa condizione.

Obiettivi e risultati dello studio clinico

L’endpoint primario dello studio era la risposta completa alla microangiopatia trombotica, definita da parametri ematologici e renali. Questo obiettivo è stato raggiunto dal 17,1 % dei pazienti entro 26 settimane.

Tuttavia, il 70 % ha mostrato almeno una risposta parziale: miglioramento della conta piastrinica (58,5 %), riduzione della proteinuria (53,7 %) e normalizzazione della lattato deidrogenasi (LDH) (36,6 %). Questi segnali clinici suggeriscono una riduzione dell’attività patologica legata all’attivazione del complemento.

Sopravvivenza: un indicatore chiave

L’endpoint secondario di sopravvivenza globale si è rivelato particolarmente significativo: con un tasso di sopravvivenza a sei mesi dell’87 %, ravulizumab offre un netto miglioramento rispetto ai dati storici, che riportano percentuali inferiori al 20 % in contesti simili.

Il trattamento potrebbe quindi rappresentare una svolta terapeutica in una popolazione pediatrica ad alto rischio e con poche opzioni terapeutiche.

Sicurezza e tollerabilità

Il farmaco è risultato ben tollerato e non sono emersi nuovi segnali di sicurezza rispetto ai dati già noti da precedenti studi in altre patologie. Questo conferma la possibilità di un utilizzo sicuro anche nei pazienti pediatrici più vulnerabili.

HSCT-TMA: una patologia rara e complessa

La HSCT-TMA è una complicanza rara ma potenzialmente letale che può insorgere dopo un trapianto di cellule staminali ematopoietiche, spesso difficile da diagnosticare per la sovrapposizione dei sintomi con altre sindromi post-trapianto.

Ad oggi non esistono terapie mirate approvate, e la gestione è affidata al trattamento di supporto. L’introduzione di un anticorpo monoclonale specifico come ravulizumab potrebbe colmare un vuoto terapeutico importante.

Prossimi passi e nuove prospettive

Oltre allo studio pediatrico, è in corso un’ulteriore sperimentazione clinica su adolescenti e adulti con gruppo di controllo attivo, il cui esito sarà fondamentale per confermare il potenziale terapeutico del farmaco su larga scala.

Nel frattempo, ravulizumab è già stato approvato per altre patologie rare, come l’emoglobinuria parossistica notturna, la miastenia grave generalizzata e la neuromielite ottica.

I risultati ottenuti finora con ravulizumab aprono una nuova strada per il trattamento della HSCT-TMA nei bambini. Sebbene la risposta ematologica completa sia ancora un obiettivo raro, la sopravvivenza significativamente aumentata e la buona tollerabilità ne fanno una potenziale terapia di riferimento per il futuro.