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Dalle incretine alla longevità sana: perché semaglutide e tirzepatide stanno cambiando la medicina

 

I protagonisti di una vera “rivoluzione endocrino‑metabolica” sono due farmaci nati per il diabete ma già impiegati per il controllo di sovrappeso e obesità. Oggi le evidenze presentate a un workshop romano ne ampliano l’orizzonte: grazie alla potente azione antinfiammatoria, semaglutide e tirzepatide appaiono promettenti contro l’“inflammaging”, il processo infiammatorio cronico che accelera l’invecchiamento e apre la porta a molte malattie cronico‑degenerative.

Come agiscono: dalla fame al micro‑infiammatorio

Analoghi delle incretine (ormoni intestinali che regolano fame e insulina), queste molecole riducono l’appetito, migliorano la sensibilità all’insulina e inducono un sostanziale calo della massa grassa. Ma non si fermano qui: contrastano lo stress ossidativo e smorzano l’infiammazione sistemica di basso grado, fattori chiave nello sviluppo di cardiopatie, steatosi epatica, nefropatie e declino cognitivo.

Le prove cliniche: oltre il calo ponderale

Trial come SELECT mostrano una riduzione del 20 % degli eventi cardiaci maggiori prima ancora della perdita di peso; effetti favorevoli si registrano sul microbioma intestinale, sui marker di neuro‑infiammazione e persino sui parametri osseo‑articolari e respiratori (apnee notturne). L’azione “multi‑organo” fa intravedere applicazioni future per Parkinson, Alzheimer, infertilità e ovaio policistico.

Inflammaging: il nuovo bersaglio terapeutico

Il termine coniato dal gerontologo Claudio Franceschi descrive l’infiammazione cronica, silente e “sterile” che accompagna l’età avanzata. Spegnere questo fuoco significa prevenire molte patologie “da invecchiamento” in un colpo solo. Gli esperti riunitisi a Roma indicano semaglutide e tirzepatide come primi candidati di una classe di farmaci “anti‑inflammaging”, capaci di estendere la healthspan – gli anni di vita in buona salute.

Accesso, etica e corretto utilizzo

Non mancano le criticità: richiesta fuori target, costi elevati, sostenibilità per il Servizio sanitario nazionale. I clinici sottolineano la necessità di un uso guidato dallo specialista e integrato con dieta, attività fisica e educazione familiare, soprattutto nei giovani obesi ad alto rischio di complicanze precoci.

Il futuro: tripli agonisti e formulazioni orali

All’orizzonte arrivano molecole ancora più potenti, come retatrutide (triplo agonista GLP‑1/GIP/glucagone) e analoghi dell’amilina a lunga durata; sono allo studio formulazioni orali per migliorare adesione e accessibilità. Se le promesse saranno confermate, potremmo trovarci di fronte a un cambio di paradigma non solo per il metabolismo, ma per la prevenzione globale dell’invecchiamento patologico.