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Fruquintinib: arriva in Italia una nuova terapia per il tumore del colon-retto metastatico

Il tumore del colon-retto rappresenta una delle neoplasie più frequenti nella popolazione italiana, con circa 48.706 nuove diagnosi stimate nel 2024 e 442.600 persone che vivono nel nostro Paese dopo una diagnosi. Quando la malattia raggiunge lo stadio metastatico, le opzioni terapeutiche diventano limitate e la prognosi si fa più complessa. Una nuova speranza arriva ora dall’approvazione di fruquintinib, un farmaco innovativo che offre una nuova possibilità di trattamento per i pazienti in fase avanzata di malattia.

Una malattia con bisogni clinici ancora insoddisfatti

Il carcinoma del colon-retto rappresenta il 10% di tutti i tumori diagnosticati a livello globale, posizionandosi al terzo posto per incidenza dopo il tumore della mammella (11,7%) e del polmone (11,4%). Colpisce entrambi i sessi, principalmente nella fascia di età compresa tra i 60 e i 75 anni.

Come spiega Filippo Pietrantonio, Direttore SS Oncologia medica gastroenterologia della Fondazione IRCCS Istituto Nazionale dei Tumori di Milano: “Il cancro del colon-retto allo stadio IV metastatico è la forma di malattia più avanzata, con diffusione ad altri organi e una sopravvivenza a 5 anni inferiore al 20%. La maggior parte dei pazienti con tumore metastatico del colon-retto non è candidabile a un intervento chirurgico con finalità curativa”.

Il meccanismo d’azione innovativo

L’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) ha approvato la rimborsabilità di fruquintinib con Determina 767-2025, pubblicata in Gazzetta Ufficiale il 17 giugno 2025. Il farmaco è indicato in monoterapia per il trattamento di pazienti adulti con cancro del colon-retto metastatico che sono stati precedentemente trattati con le terapie standard disponibili e che hanno manifestato progressione o sono risultati intolleranti ad altri trattamenti.

Sara Lonardi, Direttore UOC di Oncologia 1 e Direttore Dipartimento di Oncologia Medica dell’Istituto Oncologico Veneto IOV-IRCCS di Padova, illustra il meccanismo d’azione: “Fruquintinib è un inibitore altamente selettivo delle tirosin-chinasi, che agisce sui tre recettori VEGF bloccando le vie di segnalazione che regolano l’angiogenesi, inibendo la crescita tumorale e la formazione di metastasi”.

Efficacia dimostrata negli studi clinici

Il farmaco è un inibitore orale delle tirosin-chinasi, altamente selettivo per i tre recettori VEGF (-1, -2 e -3), che inibisce il processo di angiogenesi. La sua efficacia è stata dimostrata nello studio internazionale di fase III FRESCO-2.

“Nello studio FRESCO-2 fruquintinib ha dimostrato un miglioramento statisticamente significativo e clinicamente rilevante della sopravvivenza globale e della sopravvivenza libera da malattia, rispetto al placebo”, continua Lonardi. “Al dato di efficacia si associa anche un buon profilo di sicurezza e una buona qualità di vita. Questo significa poter avere, oggi, una nuova opzione per i pazienti in fase avanzata di malattia”.

L’importanza dell’approccio multidisciplinare

Convivere con una malattia tumorale in fase metastatica comporta un importante carico fisico e psicologico. Stefania Gori, Presidente ROPI – Rete Oncologica Pazienti Italia, sottolinea: “La malattia provoca uno sconvolgimento emotivo, fisico e psichico sui pazienti con mCRC. È importante quindi prevedere un approccio integrato alla cura attraverso la multidisciplinarietà”.

Questo approccio permette di prendere decisioni terapeutiche adeguate al singolo paziente, prevedendo trattamenti loco-regionali quando necessari, anche nelle forme metastatiche, e valutando l’eventuale arruolamento in studi clinici con farmaci innovativi. “Ogni paziente con carcinoma del colon-retto metastatico vuole vivere più a lungo possibile una vita degna di essere vissuta”, conclude Gori.

Un farmaco per tutti i pazienti

Una caratteristica importante di fruquintinib è la sua indicazione per tutti i pazienti, indipendentemente dal loro stato mutazionale. Questo rappresenta un vantaggio significativo nella pratica clinica, dove la personalizzazione del trattamento è fondamentale ma spesso limitata dalle caratteristiche molecolari del tumore.

L’impegno di Takeda in oncologia

Stefano Sommella, Oncology Country Head di Takeda Italia, commenta: “Con fruquintinib, rafforziamo ulteriormente il nostro impegno in oncologia, portando ai pazienti con tumore metastatico del colon-retto un’innovazione concreta e che risponde a bisogni ad oggi insoddisfatti, contribuendo ad ampliare le opzioni terapeutiche nella malattia più avanzata”.

Takeda concentra i propri sforzi di ricerca e sviluppo su quattro importanti aree terapeutiche, tra cui da oltre 10 anni i tumori solidi e del sangue, un impegno che si è consolidato con l’ingresso nell’area del tumore del colon-retto.

L’arrivo di fruquintinib rappresenta un progresso terapeutico significativo per una neoplasia che per quasi un decennio non aveva visto innovazioni sostanziali, offrendo nuove prospettive e speranze concrete ai pazienti e alle loro famiglie che affrontano questa difficile battaglia.