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Epilessia e sport: abbattere i pregiudizi per una vita senza limiti

 

Troppo spesso le persone con epilessia rinunciano all’attività fisica per paura o disinformazione, privandosi di un alleato fondamentale per il benessere psico-fisico. Gli esperti della Lega Italiana Contro l’Epilessia (LICE) lanciano un messaggio chiaro: l’epilessia non è un ostacolo allo sport, ma richiede consapevolezza e le giuste precauzioni per essere praticato in sicurezza.

Una malattia più diffusa di quanto si pensi

L’epilessia colpisce circa 600.000 persone in Italia e 6 milioni in Europa, rappresentando una delle malattie neurologiche più diffuse al mondo con oltre 50 milioni di casi globali. Per questo motivo, l’Organizzazione Mondiale della Sanità l’ha riconosciuta come malattia sociale, sottolineando l’importanza di affrontare non solo gli aspetti medici, ma anche quelli sociali e psicologici della condizione.

Nei Paesi industrializzati, l’incidenza dell’epilessia presenta due picchi principali: nei primi anni di vita e dopo i 75 anni. Nel 2022, l’OMS ha ratificato il Piano d’Azione Globale Intersettoriale per l’Epilessia e gli altri Disturbi Neurologici 2022-2031, il primo piano d’azione globale sulla gestione dell’epilessia, che stabilisce obiettivi fondamentali per i prossimi dieci anni.

I benefici dell’attività fisica per le persone con epilessia

“Lo sport e l’attività fisica hanno effetti positivi sul benessere generale, fisico e psicologico; secondo alcuni studi possono avere anche effetti favorevoli sul controllo delle crisi epilettiche”, spiega Carlo Andrea Galimberti, Presidente LICE e Responsabile del Centro per lo Studio e la Cura dell’Epilessia dell’IRCCS Fondazione Mondino di Pavia.

L’attività sportiva rappresenta inoltre un momento straordinario di integrazione sociale, particolarmente utile per le persone con epilessia che spesso si trovano ad affrontare stigma e isolamento. La pratica di un’attività fisica scelta su base individuale aiuta a superare lo stigma, facilita l’inclusione sociale e riduce le limitazioni che spesso la patologia comporta.

Un approccio personalizzato alla valutazione

Ogni persona con epilessia ha caratteristiche uniche, e non esistono regole valide per tutti. La frequenza, la tipologia e il controllo delle crisi sono elementi determinanti per decidere quale attività sportiva sia più indicata. “L’epilessia in senso generale non controindica l’attività sportiva”, precisa Oriano Mecarelli, Presidente Fondazione LICE, “anche se occorre praticarla con consapevolezza, conoscendo bene i rischi che alcuni sport comportano”.

È fondamentale una valutazione preliminare accurata che tenga conto dei benefici di una specifica attività sportiva e dei pericoli legati all’eventuale occorrenza di crisi epilettiche durante la pratica. Per questo sono disponibili raccomandazioni internazionali che supportano l’epilettologo e il medico dello sport nelle certificazioni di idoneità.

Sport ad alto rischio: quando è meglio evitare

Non tutte le attività sportive sono indicate per le persone con epilessia. Esistono discipline considerate ad alto rischio e generalmente sconsigliate per la loro natura intrinsecamente pericolosa in caso di crisi:

Sport subacquei come le immersioni presentano un pericolo elevato in caso di crisi sott’acqua, dove il rischio di annegamento è concreto. Arrampicata e alpinismo comportano rischi di cadute troppo elevati per essere considerati sicuri. Sport estremi come paracadutismo, aliante, deltaplano, volo a motore e parapendio non consentono margini di sicurezza in caso di crisi improvvisa.

Anche gli sport da contatto come boxe e MMA sono sconsigliati perché aumentano il rischio di traumi cranici, che potrebbero a loro volta scatenare crisi epilettiche o peggiorare la condizione esistente.

Attività che richiedono precauzioni speciali

Alcune discipline sportive possono essere praticate ma richiedono precauzioni particolari o supervisione costante. Sci d’acqua, nuoto, canoa, windsurf e vela sono sport per la cui pratica è richiesto uno specifico parere dello specialista neurologo di riferimento, considerando i rischi legati all’ambiente acquatico.

Ciclismo, pattinaggio, equitazione e ginnastica rientrano in una categoria intermedia che richiede valutazioni individuali. Qui il rischio, anche se minimo rispetto alle normali attività quotidiane, va valutato caso per caso in base alle caratteristiche specifiche della persona e del tipo di crisi.

L’importanza della valutazione multidisciplinare

“Una valutazione dell’idoneità alla pratica sportiva per le persone con epilessia dovrebbe prendere in considerazione sia le caratteristiche del singolo soggetto che quelle dell’attività sportiva cui vorrebbe applicarsi”, aggiunge Laura Tassi, Past President LICE e neurologo presso la Chirurgia dell’Epilessia e del Parkinson del Niguarda di Milano.

La valutazione deve considerare eventuali disabilità associate all’epilessia, il tipo di crisi e una stima del rischio della loro comparsa durante l’attività sportiva. Anche il tipo di trattamento farmacologico potrebbe avere effetti poco prevedibili in condizioni di attività fisica intensiva, rendendo necessaria un’analisi approfondita prima di intraprendere qualsiasi disciplina sportiva.

Raccomandazioni pratiche per la sicurezza

Prima di praticare uno sport, gli esperti LICE raccomandano di informare allenatori e compagni sulla propria condizione, evitare sport in solitaria o in ambienti isolati, indossare sempre dispositivi di protezione quando indicato e seguire regolarmente la terapia farmacologica. Queste precauzioni semplici ma fondamentali possono fare la differenza tra una pratica sportiva sicura e situazioni potenzialmente pericolose.

Anche chi soffre di epilessia farmacoresistente, con crisi quindi ancora non controllate, può praticare uno sport, ma in questo caso occorre scegliere un’attività fisica non pericolosa e da svolgere in presenza di qualcuno che possa prestare la giusta assistenza in caso di crisi.

Combattere lo stigma attraverso la narrazione

Per combattere stigma sociale e pregiudizio, la Lega Italiana Contro l’Epilessia ha promosso il cortometraggio “Fuori dall’Acqua”, vincitore nel 2024 del contest LICE dedicato al tema dell’inclusione sociale. Il cortometraggio, ispirato alla storia di un adolescente con epilessia promessa del nuoto, dimostra come la condizione non debba necessariamente precludere l’eccellenza sportiva.

Questa iniziativa rappresenta un esempio concreto di come la narrazione possa contribuire a cambiare la percezione sociale dell’epilessia, mostrando storie di successo e normalità che contrastano con i pregiudizi ancora troppo diffusi.

Un futuro di inclusione e consapevolezza

Gli obiettivi principali del Piano d’Azione Globale dell’OMS includono l’ottenimento dell’assistenza sanitaria universale, l’aggiornamento delle politiche nazionali riguardo l’epilessia, la realizzazione di programmi intersettoriali per la promozione della salute del cervello e lo sviluppo di una legislazione idonea per combattere lo stigma e proteggere i diritti umani delle persone con epilessia.

In questo contesto, la promozione dell’attività fisica sicura rappresenta un tassello importante per migliorare la qualità della vita delle persone con epilessia e favorire la loro piena integrazione sociale. La chiave del successo risiede nell’equilibrio tra precauzione e normalità, nella valutazione personalizzata dei rischi e dei benefici, e nella creazione di un ambiente informato e supportivo che permetta a ciascuno di esprimere al meglio le proprie potenzialità.

L’epilessia non deve essere una condanna all’inattività, ma un’opportunità per scoprire nuove forme di benessere e integrazione sociale, sempre con la consapevolezza necessaria per praticare sport in modo sicuro e gratificante.