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Diabete 2: una rivoluzione silenziosa per i pazienti cronici: AIFA semplifica l’accesso alle gliflozine

 

Dal 19 luglio 2025, milioni di italiani che convivono con diabete tipo 2, scompenso cardiaco e malattia renale cronica possono finalmente respirare un po’ di sollievo. Non solo per la loro condizione di salute, ma anche per la burocrazia che fino a ieri complicava l’accesso a farmaci fondamentali per la loro terapia.

L’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) ha infatti approvato una riforma che cambia radicalmente le regole del gioco: le gliflozine, farmaci della famiglia degli SGLT2 inibitori, diventano più facilmente accessibili grazie alla riclassificazione in classe “A” e alla distribuzione diretta nelle farmacie del territorio.

Addio alla burocrazia che rallentava le cure

Fino a oggi, per ottenere questi farmaci, i pazienti dovevano affrontare un vero e proprio percorso a ostacoli. Per lo scompenso cardiaco e la malattia renale cronica servivano i piani terapeutici web-based, mentre per il diabete tipo 2 era necessaria la compilazione della scheda di prescrizione di Nota 100. Procedure che richiedevano tempo prezioso sia ai medici che ai pazienti, e che spesso costringevano questi ultimi a rinunciare alle cure.

La nuova Determina n° 926/2025, pubblicata in Gazzetta Ufficiale il 4 luglio e operativa dal 19 luglio, elimina tutti questi ostacoli burocratici. Il risultato? Un accesso più rapido e diretto a terapie che possono letteralmente salvare la vita.

Perché questa semplificazione è così importante

Le gliflozine non sono farmaci qualunque. Rappresentano una vera rivoluzione nel trattamento delle malattie cardio-renali-metaboliche, offrendo protezione simultanea a più sistemi dell’organismo. Come spiega Maria Rosaria Di Somma dell’Associazione Italiana Scompensati Cardiaci (AISC), “la vera efficacia risiede nella facilità di accesso alla terapia quale diritto di cura per il paziente”.

Lo scompenso cardiaco, in particolare, è una condizione che colpisce centinaia di migliaia di italiani, causando frequenti ricoveri ospedalieri e compromettendo gravemente la qualità di vita. Prima di questa riforma, molti pazienti rinunciavano alla terapia a causa delle complicazioni burocratiche, con conseguenze negative inevitabili sulla propria salute.

Un cambio di paradigma per medici e pazienti

La riforma non beneficia solo i pazienti, ma alleggerisce significativamente il carico di lavoro dei medici specialisti. Francesco Dentali, Presidente Nazionale FADOI (Federazione delle Associazioni dei Dirigenti Ospedalieri Internisti), sottolinea come questo cambiamento possa “finalmente ridurre le liste d’attesa evitando visite per i rinnovi di piani terapeutici per farmaci ormai di uso comune”.

Massimo Grimaldi, Presidente Nazionale ANMCO (Associazione Nazionale Medici Cardiologi Ospedalieri), evidenzia un altro aspetto cruciale: “Il piano terapeutico, pur avendo finalità di appropriatezza prescrittiva, ha però spesso rappresentato un ostacolo a causa del carico burocratico che comporta, con conseguenti difficoltà organizzative e lunghi tempi di attesa”.

L’efficacia dimostrata delle gliflozine

Quello che rende questa semplificazione ancora più significativa è l’efficacia comprovata delle gliflozine. Questi farmaci si sono rivelati particolarmente preziosi nella gestione dello scompenso cardiaco, sia nei pazienti con frazione di eiezione ridotta che in quelli con frazione conservata – una popolazione per la quale, storicamente, le opzioni terapeutiche erano molto limitate.

Gli studi scientifici hanno dimostrato che le gliflozine non solo migliorano la qualità della vita dei pazienti, ma ne allungano anche la durata, riducendo il rischio di ospedalizzazioni e complicanze.

Verso una sanità più equa e accessibile

Pasquale Perrone Filardi, Presidente della Società Italiana di Cardiologia (SIC), inquadra questa decisione in un contesto più ampio: “Eliminare il piano terapeutico per questi farmaci significa semplificare l’accesso alla terapia per centinaia di migliaia di pazienti, indirizzandolo verso i criteri di equità e uniformità previsti dal legislatore”.

La riforma affronta infatti anche il problema della disomogeneità regionale nella distribuzione dei farmaci, che creava disparità di trattamento tra cittadini di diverse regioni. Con la distribuzione diretta nelle farmacie territoriali, questo ostacolo viene definitivamente superato.

Un modello per il futuro

Questa decisione di AIFA rappresenta molto più di una semplice semplificazione burocratica: è un modello di come dovrebbe funzionare un sistema sanitario moderno ed efficiente. Come auspica Francesco Dentali, “speriamo sia solo un primo passo seguito da misure analoghe per altri farmaci di uso comune”.

La riforma delle gliflozine dimostra che è possibile coniugare appropriatezza prescrittiva e accessibilità alle cure, eliminando quegli ostacoli burocratici che troppo spesso si frappongono tra i pazienti e le terapie di cui hanno bisogno.

In un’epoca in cui il Sistema Sanitario Nazionale affronta sfide sempre più complesse, questa decisione rappresenta un esempio concreto di come si possa innovare nell’interesse dei cittadini, rendendo la sanità più semplice, sostenibile e, soprattutto, più umana.