#EASD2025 – Il Paradosso dei Farmaci Dimagranti: Perché la Metà delle Persone Smette di Assumere Semaglutide Entro un Anno
I nuovi farmaci per la perdita di peso stanno rivoluzionando il trattamento dell’obesità, ma un recente studio danese rivela una realtà preoccupante: la metà delle persone che iniziano il trattamento con semaglutide lo abbandona entro i primi dodici mesi. Questa scoperta solleva importanti questioni sull’accessibilità e la sostenibilità di terapie che potrebbero cambiare la vita di milioni di persone.
La Rivoluzione dei Farmaci GLP-1: Efficacia e Limiti
Il semaglutide appartiene a una nuova classe di farmaci chiamati agonisti del recettore GLP-1, inizialmente sviluppati per il diabete ma rivelatisi straordinariamente efficaci nella perdita di peso. Questi medicinali agiscono riducendo l’appetito e aumentando i segnali di sazietà che viaggiano dall’intestino al cervello, creando un effetto naturale di controllo dell’assunzione di cibo.
Tuttavia, come sottolinea il professor Reimar W. Thomsen dell’Università di Aarhus, che ha guidato lo studio presentato al meeting annuale dell’Associazione Europea per lo Studio del Diabete: “Questi farmaci non sono pensati come una soluzione temporanea. Per funzionare efficacemente, devono essere assunti a lungo termine. Tutti gli effetti benefici sul controllo dell’appetito si perdono se il farmaco viene interrotto.”
I Numeri che Preoccupano: Un Abbandono Progressivo
Lo studio ha analizzato i dati di 77.310 adulti danesi senza diabete che hanno iniziato il trattamento con semaglutide per la perdita di peso tra dicembre 2022 e ottobre 2023. I risultati sono allarmanti:
- Il 18% interrompe il trattamento entro 3 mesi
- Il 31% lo abbandona entro 6 mesi
- Il 42% smette entro 9 mesi
- Oltre la metà (52%) non assume più il farmaco dopo un anno
Questo trend di abbandono progressivo coinvolge principalmente donne (72% del campione) con un’età mediana di 50 anni, suggerendo che il problema attraversa diverse fasce demografiche.
Il Peso dei Costi: Quando il Prezzo Diventa un Ostacolo
Uno dei fattori più significativi nell’interruzione del trattamento è rappresentato dai costi elevati. Con un prezzo di circa 2000 euro all’anno per la dose più bassa, il semaglutide rimane inaccessibile per molte persone, specialmente quelle provenienti da contesti socioeconomici svantaggiati.
Lo studio ha rivelato che le persone residenti in aree a basso reddito hanno il 14% di probabilità in più di interrompere il trattamento rispetto a quelle di aree ad alto reddito. Ancora più significativo è il dato sui giovani adulti: chi ha tra 18 e 29 anni ha il 48% di probabilità in più di abbandonare la terapia rispetto alla fascia di età 45-59 anni.
Questi dati evidenziano come i farmaci anti-obesità, pur essendo efficaci, rischino di ampliare le disparità sanitarie, penalizzando proprio quelle comunità che spesso sono più colpite dall’obesità.
Effetti Collaterali e Vulnerabilità Individuali
L’analisi ha identificato diversi gruppi di persone particolarmente a rischio di abbandono precoce:
Problemi gastrointestinali: Chi aveva già utilizzato farmaci per disturbi gastrointestinali mostrava il 9% di probabilità in più di interrompere il semaglutide, probabilmente a causa di una maggiore sensibilità agli effetti collaterali comuni come nausea, vomito e diarrea.
Storia psichiatrica: Le persone con precedenti di utilizzo di farmaci psichiatrici avevano il 12% di probabilità in più di abbandonare il trattamento, suggerendo possibili interazioni o una maggiore vulnerabilità agli effetti del farmaco sull’umore.
Condizioni croniche: Paradossalmente, chi soffre di malattie cardiovascolari o altre condizioni croniche – e che potrebbe beneficiare maggiormente del farmaco – ha circa il 10% di probabilità in più di interrompere prematuramente la terapia.
Le Differenze di Genere: Un Puzzle da Decifrare
Un dato interessante emerso dallo studio riguarda le differenze di genere: gli uomini hanno il 12% di probabilità in più rispetto alle donne di abbandonare il trattamento entro un anno. I ricercatori ipotizzano che questo possa essere dovuto a risultati di perdita di peso meno soddisfacenti, dato che generalmente le donne rispondono meglio ai farmaci GLP-1 rispetto agli uomini.
Implicazioni per il Futuro della Medicina dell’Obesità
Con oltre la metà degli adulti europei in sovrappeso o obesi, questi risultati hanno implicazioni profonde per la salute pubblica. Il professor Thomsen sottolinea l’importanza di “comprendere chi può beneficiare maggiormente di interventi che incoraggiano l’aderenza al trattamento per migliorare l’uso della terapia e i successivi risultati sulla salute e la qualità della vita.”
Lo studio danese, pur con alcune limitazioni (come la mancanza di dati precisi sul BMI e sulla perdita di peso effettiva), fornisce per la prima volta un quadro completo delle sfide reali nell’uso di questi farmaci rivoluzionari.
Verso Soluzioni Più Accessibili e Personalizzate
I risultati evidenziano la necessità di approcci più personalizzati e accessibili al trattamento dell’obesità. Alcune possibili direzioni includono:
- Politiche di rimborso più inclusive per ridurre le barriere economiche
- Programmi di supporto specifici per i gruppi più vulnerabili all’abbandono
- Strategie di gestione degli effetti collaterali più efficaci
- Protocolli di follow-up intensificati per i pazienti a rischio
La sfida è trasformare questi farmaci promettenti da soluzioni per pochi privilegiati a strumenti di salute pubblica realmente efficaci e sostenibili. Solo così potremo sfruttare appieno il potenziale rivoluzionario di queste terapie nella lotta contro l’obesità, una delle maggiori sfide sanitarie del nostro tempo.