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#EASD2025 – Semaglutide protegge dalla cecità diabetica: una scoperta che potrebbe salvare milioni di occhi

 

Una ricerca rivoluzionaria presentata al congresso europeo sul diabete di Vienna rivela che semaglutide, il famoso farmaco GLP-1 usato per diabete e obesità, potrebbe avere un potere protettivo straordinario contro la retinopatia diabetica, la principale causa di cecità negli adulti in età lavorativa. Lo studio, condotto dall’Università di Atene e pubblicato sulla rivista Pharmaceutics, apre nuove speranze per milioni di persone a rischio di perdere la vista.

Una minaccia silenziosa che colpisce milioni di persone

La retinopatia diabetica rappresenta una delle complicanze più temibili del diabete. Questa condizione, causata dai danni che gli alti livelli di zucchero nel sangue provocano ai vasi sanguigni della retina, colpisce una percentuale impressionante di diabetici: oltre il 90% delle persone con diabete di tipo 1 e tra il 50-60% di quelle con diabete di tipo 2 sviluppano questa complicanza durante la loro vita.

I numeri globali sono allarmanti: si stima che entro il 2030 oltre 191 milioni di persone saranno colpite dalla retinopatia diabetica, con circa 56 milioni che sperimenteranno stadi della malattia che minacciano seriamente la vista. Come sottolinea la Dr.ssa Ioanna Anastasiou, che ha guidato la ricerca: “Queste statistiche sottolineano la necessità critica di screening efficaci, diagnosi precoce e, soprattutto, trattamenti più efficaci.”

Come il diabete “acceca” la retina

Per comprendere l’importanza di questa scoperta, è fondamentale capire come il diabete danneggia gli occhi. Quando i livelli di glucosio nel sangue rimangono elevati per periodi prolungati, si innesca una cascata di eventi dannosi:

  • Produzione eccessiva di radicali liberi: molecole instabili che danneggiano le cellule
  • Stress ossidativo: squilibrio tra radicali liberi e antiossidanti protettivi
  • Danneggiamento dei vasi sanguigni retinici: compromissione dell’apporto di ossigeno e nutrienti
  • Morte cellulare progressiva: perdita irreversibile del tessuto retinico

Questo processo, spesso silenzioso nelle fasi iniziali, può portare a una perdita della vista graduale ma inesorabile, fino alla cecità completa.

La ricerca che cambia tutto

Il team di ricerca dell’Università di Atene ha condotto uno studio innovativo per testare gli effetti protettivi di semaglutide sulle cellule retiniche. Utilizzando cellule endoteliali retiniche umane in laboratorio, i ricercatori hanno ricreato condizioni simili a quelle che si verificano nel diabete: alti livelli di glucosio e stress ossidativo intenso.

Le cellule sono state trattate con diverse concentrazioni di semaglutide e mantenute in queste condizioni avverse per 24 ore, per poi essere sottoposte a una serie di test approfonditi per valutarne la sopravvivenza e la funzionalità.

Risultati che superano ogni aspettativa

I risultati dello studio sono stati sorprendenti e incoraggianti:

Sopravvivenza cellulare raddoppiata: Le cellule trattate con semaglutide avevano una probabilità di sopravvivenza fino al doppio rispetto a quelle non trattate, dimostrando una resistenza notevole alle condizioni avverse tipiche del diabete.

Riduzione drastica dei marcatori di danno:

  • Apoptosi (morte cellulare programmata): ridotta dal 50% al 10%
  • Produzione di superossido mitocondriale: diminuita dal 90% al 10%
  • Accumulo di prodotti di glicazione avanzata: riduzione sostanziale di questi composti dannosi

Potenziamento delle difese naturali: L’analisi genetica ha rivelato che i geni coinvolti nella produzione di antiossidanti erano molto più attivi nelle cellule trattate, indicando un rafforzamento dei meccanismi di difesa naturali.

Il meccanismo protettivo di semaglutide

Semaglutide appartiene alla classe dei farmaci GLP-1 (agonisti del recettore del peptide-1 simil-glucagone), originariamente sviluppati per il trattamento del diabete di tipo 2 e successivamente approvati anche per l’obesità. Questi farmaci imitano l’azione di un ormone naturale che:

  • Stimola la produzione di insulina quando necessario
  • Rallenta la digestione
  • Riduce l’appetito
  • Aumenta il senso di sazietà

Tuttavia, la ricerca sta rivelando che i benefici di semaglutide vanno ben oltre il controllo glicemico e il peso. I recettori GLP-1 sono presenti in molti tessuti del corpo, inclusa la retina, e studi recenti hanno dimostrato che questi farmaci hanno potenti effetti anti-infiammatori e antiossidanti.

Nel contesto della retinopatia diabetica, semaglutide sembra agire come un “scudo molecolare” che:

  • Neutralizza i radicali liberi dannosi
  • Potenzia i sistemi antiossidanti naturali
  • Protegge l’integrità dei vasi sanguigni retinici
  • Previene la morte cellulare prematura
Una speranza anche per chi ha già subito danni

Uno degli aspetti più entusiasmanti della ricerca è la scoperta che semaglutide non si limita a prevenire i danni, ma sembra anche in grado di riparare quelli già esistenti. Come spiega la Dr.ssa Anastasiou: “È entusiasmante che questi farmaci possano essere in grado di riparare i danni già inflitti e quindi migliorare la vista.”

Questo significa che anche le persone che hanno già sviluppato segni precoci di retinopatia diabetica potrebbero trarre beneficio dal trattamento, con la possibilità non solo di fermare la progressione della malattia, ma addirittura di recuperare parte della funzione visiva compromessa.

Chiarire le controversie scientifiche

Prima di questo studio, esistevano opinioni contrastanti sui rapporti tra farmaci GLP-1 e retinopatia diabetica. Alcune ricerche suggerivano effetti protettivi, mentre altri studi indicavano un possibile aumento del rischio o un peggioramento della condizione in chi già ne soffriva.

La ricerca dell’Università di Atene fornisce chiarezza importante: “Il nostro studio non ha trovato che questi farmaci danneggino le cellule retiniche in alcun modo. Al contrario, suggerisce che gli agonisti del recettore GLP-1 proteggono contro la retinopatia diabetica, particolarmente nelle fasi precoci.”

Le implicazioni per milioni di diabetici

Se confermati da studi clinici su pazienti, questi risultati potrebbero rivoluzionare la gestione della retinopatia diabetica. Attualmente, le opzioni di trattamento sono limitate e spesso intervengono quando il danno è già significativo:

  • Controllo glicemico rigoroso: essenziale ma non sempre sufficiente
  • Iniezioni intraoculari: invasive e con rischi
  • Laser terapia: efficace ma non ripara i danni esistenti
  • Chirurgia vitroretinica: riservata ai casi più gravi

L’introduzione di semaglutide come trattamento protettivo potrebbe offrire:

  • Prevenzione primaria: proteggere chi non ha ancora sviluppato la retinopatia
  • Intervento precoce: rallentare o fermare la progressione nelle fasi iniziali
  • Potenziale riparazione: migliorare la funzione visiva anche dopo i primi danni
Verso gli studi clinici

Nonostante i risultati promettenti degli esperimenti di laboratorio, è importante sottolineare che sono necessari studi clinici su pazienti reali per confermare questi effetti protettivi. Come precisa la Dr.ssa Anastasiou: “Sono ora necessari studi clinici per confermare questi effetti protettivi nei pazienti ed esplorare se gli agonisti del recettore GLP-1 possano rallentare, o anche arrestare, la progressione di questa condizione che ruba la vista.”

Questi studi dovranno valutare:

  • Dosaggi ottimali per la protezione retinica
  • Tempistiche di intervento più efficaci
  • Sicurezza oculare a lungo termine
  • Efficacia comparativa rispetto ai trattamenti attuali
Un futuro più luminoso per chi convive con il diabete

Questa ricerca rappresenta un raggio di speranza per milioni di persone che convivono con il diabete e temono per la loro vista. La possibilità che un farmaco già ampiamente utilizzato e ben tollerato possa proteggere gli occhi dalla cecità diabetica apre scenari terapeutici completamente nuovi.

Per i diabetici, questo potrebbe significare:

  • Maggiore tranquillità nella gestione a lungo termine della malattia
  • Riduzione del rischio di sviluppare complicanze oculari gravi
  • Possibili miglioramenti anche in presenza di danni iniziali
  • Approccio terapeutico integrato che combina controllo metabolico e protezione d’organo
Il messaggio di speranza

Mentre attendiamo i risultati degli studi clinici, questa ricerca ci ricorda l’importanza della ricerca scientifica continua e dell’innovazione farmaceutica. Farmaci sviluppati per una condizione possono rivelare benefici inaspettati per altre patologie, aprendo nuove frontiere terapeutiche.

Per ora, la gestione ottimale del diabete rimane fondamentale: controllo glicemico rigoroso, controlli oculistici regolari e aderenza alle terapie prescritte. Ma l’orizzonte si sta illuminando con la prospettiva di strumenti sempre più potenti per preservare il prezioso dono della vista, anche di fronte a una malattia cronica come il diabete.

La strada verso occhi più sani per tutti i diabetici è ancora in costruzione, ma questa ricerca segna una tappa importante verso un futuro in cui la cecità diabetica potrebbe diventare sempre più rara.