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Fibrosi polmonare: nerandomilast rallenta il declino della funzionalità respiratoria

Che cosa sono la fibrosi polmonare idiopatica e la fibrosi polmonare progressiva?

La fibrosi polmonare idiopatica (IPF) e la fibrosi polmonare progressiva (PPF) sono gravi malattie respiratorie caratterizzate da cicatrizzazione (fibrosi) progressiva del tessuto polmonare. Nella IPF, la causa della fibrosi non è nota, mentre nella PPF è spesso associata a malattie di base come l’artrite reumatoide o la sclerosi sistemica. Entrambe le condizioni causano un progressivo deterioramento della funzionalità polmonare, con sintomi come affanno durante l’attività fisica, tosse secca e persistente, affaticamento e debolezza.

Queste patologie hanno un impatto devastante sulla qualità di vita: un paziente su due muore entro cinque anni dalla diagnosi. La IPF colpisce principalmente persone di età superiore ai 50 anni, con maggiore incidenza negli uomini. Si stima che nel mondo fino a 3,6 milioni di persone potrebbero essere affette da IPF e fino a 5,6 milioni da PPF.

I risultati degli studi clinici FIBRONEER

Boehringer Ingelheim ha recentemente presentato i risultati dettagliati di due importanti studi clinici di fase III, FIBRONEER-IPF e FIBRONEER-ILD, che hanno valutato nerandomilast, un inibitore preferenziale della fosfodiesterasi 4B (PDE4B) sperimentale somministrato per via orale. I risultati sono stati pubblicati nel prestigioso New England Journal of Medicine e presentati come dati “late-breaking” alla Conferenza internazionale dell’American Thoracic Society (ATS) del 2025.

Entrambi gli studi hanno coinvolto un numero considerevole di pazienti: 1.177 persone con IPF in 36 Paesi per FIBRONEER-IPF e 1.176 pazienti con PPF in 44 Paesi per FIBRONEER-ILD. I partecipanti sono stati assegnati in modo casuale e in rapporto 1:1:1 al trattamento con nerandomilast 9 mg due volte al giorno, nerandomilast 18 mg due volte al giorno o placebo.

Efficacia dimostrata nel rallentare il declino polmonare

Entrambi gli studi hanno raggiunto l’obiettivo primario con entrambe le dosi testate (9 mg e 18 mg), dimostrando una significativa riduzione del declino della capacità vitale forzata (FVC) rispetto al placebo dopo 52 settimane di trattamento. La FVC è una misura cruciale della funzionalità polmonare.

Nello studio FIBRONEER-IPF, i pazienti trattati con placebo hanno mostrato un declino medio della FVC di 183,5 ml, mentre quelli trattati con nerandomilast 9 mg e 18 mg hanno avuto un declino rispettivamente di 138,6 ml e 114,7 ml. Questo rappresenta una riduzione del declino di circa il 24% con la dose di 9 mg e del 37% con la dose di 18 mg.

Risultati ancora più impressionanti sono stati osservati nello studio FIBRONEER-ILD: i pazienti trattati con placebo hanno mostrato un declino medio della FVC di 165,8 ml, mentre quelli trattati con nerandomilast 9 mg e 18 mg hanno avuto un declino rispettivamente di 84,6 ml e 98,6 ml, con una riduzione del declino di circa il 49% con la dose di 9 mg e del 41% con la dose di 18 mg.

“Dopo diverse prove nella comunità scientifica per portare avanti nuovi dati clinici, IPF e PPF continuano ad avere conseguenze devastanti per i pazienti,” ha dichiarato Toby Maher, Professore di Medicina Clinica alla Keck School of Medicine, USC Los Angeles. “Avere due studi di fase III che raggiungono l’endpoint primario è una svolta importante per la comunità scientifica, e evidenziano che nerandomilast potrebbe avere un impatto significativo sui bisogni insoddisfatti dei pazienti, sia in monoterapia che in combinazione con i trattamenti attuali.”

Profilo di sicurezza e tollerabilità

In entrambi gli studi, nerandomilast ha mostrato un profilo di sicurezza e tollerabilità accettabile, con tassi di interruzione definitiva del trattamento simili tra i gruppi di trattamento attivo e placebo. Nello studio FIBRONEER-IPF, gli eventi avversi hanno portato all’interruzione definitiva nel 14,0% dei pazienti nel gruppo 18 mg, nell’11,7% nel gruppo 9 mg e nel 10,7% nel gruppo placebo. Nello studio FIBRONEER-ILD, i tassi di interruzione sono stati rispettivamente del 10,0%, 8,1% e 10,2%.

L’evento avverso più comune in entrambi gli studi è stato la diarrea, che ha interessato una percentuale maggiore di pazienti nei gruppi di trattamento attivo rispetto al placebo. In particolare, nello studio FIBRONEER-IPF, la diarrea è stata riportata nel 16,0% nel gruppo placebo, nel 31,1% dei pazienti del gruppo 9 mg e nel 41,3% dei pazienti nel gruppo 18 mg. È stata anche la causa più frequente di interruzione del trattamento.

Importante sottolineare che in entrambi gli studi non sono stati osservati squilibri tra i gruppi di trattamento per quanto riguarda eventi avversi di particolare interesse, come vasculite, depressione, tendenza suicidaria o danno epatico farmaco-indotto.

Impatto sulla sopravvivenza

Sebbene il principale endpoint secondario composito (tempo alla prima esacerbazione acuta, ricovero in ospedale per causa respiratoria o decesso) non sia stato raggiunto in nessuno dei due studi, nello studio FIBRONEER-ILD sono stati osservati numericamente meno decessi in entrambi i gruppi di trattamento con nerandomilast rispetto al placebo: 8,4% nel gruppo 9 mg, 6,1% nel gruppo 18 mg, rispetto al 12,8% nel gruppo placebo.

Anche nello studio FIBRONEER-IPF è stata osservata una tendenza simile, con eventi avversi fatali nel 5% dei pazienti trattati con placebo, 4% con nerandomilast 9 mg e 2% con nerandomilast 18 mg.

Prospettive future per il trattamento

Nerandomilast ha ricevuto la designazione di Breakthrough Therapy dalla Food and Drug Administration (FDA) statunitense per il trattamento della IPF a febbraio 2022 e per il trattamento della PPF ad aprile 2025. La FDA ha recentemente accordato la Priority Review alla domanda di autorizzazione di nuovo farmaco per nerandomilast nella IPF, con una decisione anticipata prevista nel quarto trimestre del 2025.

Domande di autorizzazione per l’uso di nerandomilast nella IPF e nella PPF sono in fase di valutazione anche in Cina e nell’Unione Europea, con future presentazioni previste in altri Paesi.

“La fibrosi polmonare idiopatica e la fibrosi polmonare progressiva sono condizioni devastanti: un paziente su due muore entro cinque anni dalla diagnosi. Nonostante questa amara realtà, la ricerca in corso potrebbe offrire nuove possibilità per i pazienti poiché persiste l’esigenza di terapie aggiuntive,” ha dichiarato Shashank Deshpande, Head of Human Pharma e membro del Consiglio di Amministrazione di Boehringer Ingelheim. “Gli ultimi dati di efficacia, sicurezza e tollerabilità su nerandomilast sottolineano la sua potenziale capacità di rispondere alle esigenze di chi soffre di IPF e PPF.”

Conclusioni

I risultati degli studi FIBRONEER rappresentano un importante passo avanti nella ricerca di nuove terapie per le fibrosi polmonari. Nerandomilast ha dimostrato di essere efficace nel rallentare il declino della funzionalità polmonare, con un profilo di sicurezza accettabile, sia in monoterapia che in combinazione con le terapie antifibrotiche attualmente disponibili.

Se approvato dalle autorità regolatorie, nerandomilast potrebbe offrire una nuova opzione terapeutica per pazienti affetti da IPF e PPF, contribuendo potenzialmente a migliorare la loro qualità di vita e la prognosi di queste devastanti malattie polmonari.