#ESC2025 – Il cuore sussurra prima di gridare: come età e forma fisica influenzano le aritmie
Una nuova ricerca presentata al Congresso della Società Europea di Cardiologia 2025 getta nuova luce su un aspetto spesso sottovalutato della salute cardiaca: le aritmie nei soggetti apparentemente sani. Lo studio, condotto su oltre 1.100 persone tra i 40 e i 65 anni, rivela collegamenti sorprendenti tra età, forma fisica e irregolarità del battito cardiaco che potrebbero rivoluzionare l’approccio alla prevenzione cardiovascolare.
Quando il battito diventa irregolare
Le aritmie sono alterazioni del ritmo cardiaco che si verificano quando gli impulsi elettrici che regolano il battito non funzionano correttamente. Fino a poco tempo fa, quando osservate in persone sane, venivano considerate perlopiù innocue. Oggi sappiamo che rappresentano invece un campanello d’allarme per il rischio cardiovascolare futuro.
Il dottor Amit Moses del Chaim Sheba Medical Center in Israele, che ha guidato la ricerca, spiega con una metafora efficace: “Il cuore spesso sussurra prima di gridare. Segnali sottili, come battiti irregolari frequenti e aritmie complesse, ci danno un avvertimento precoce del rischio futuro prima che compaiano i sintomi.”
I numeri dello studio
La ricerca ha coinvolto 1.151 individui sani di età compresa tra 40 e 65 anni (età media 52 anni), l’88% dei quali erano uomini. Tutti i partecipanti non presentavano sintomi cardiaci o malattie cardiache strutturali. Attraverso test da sforzo e monitoraggio elettrocardiografico continuo (Holter), i ricercatori hanno potuto analizzare in dettaglio la salute cardiaca dei partecipanti.
I risultati sono stati significativi: il 32% dei partecipanti presentava tachicardia sopraventricolare, il 4% fibrillazione atriale e il 6% tachicardia ventricolare non sostenuta – tutte aritmie considerate complesse.
L’età conta: il rischio inizia a 50 anni
Uno dei dati più rilevanti emersi dallo studio riguarda l’impatto dell’età. I ricercatori hanno scoperto che il rischio di aritmie aumenta del 9% ogni anno per quelle atriali e del 4% per quelle ventricolari. L’analisi stratificata per età ha mostrato un aumento marcato della prevalenza delle aritmie a partire dalla fascia 50-54 anni.
“I nostri risultati suggeriscono che il rischio di aritmie inizia ad aumentare ben prima dell’età pensionabile tipica”, sottolinea il dottor Moses. Questo dato supporta fortemente l’introduzione di screening per aritmie basati sull’età, iniziando intorno ai 50 anni, per consentire interventi tempestivi e migliorare i risultati a lungo termine.
La forma fisica come scudo protettivo
Forse ancora più interessante è il legame emerso tra forma fisica e aritmie. Lo studio ha rivelato che i partecipanti con livelli di fitness più bassi avevano un rischio significativamente più alto di aritmie atriali frequenti e complesse. Questa associazione si è rivelata particolarmente forte e indipendente da altri fattori di rischio.
“Siamo rimasti particolarmente colpiti dalla forza dell’associazione tra livelli più bassi di fitness aerobico e maggior rischio di ectopia atriale frequente e aritmie complesse”, evidenzia Moses. L’esercizio fisico si conferma quindi non solo benefico per la salute generale, ma cruciale per mantenere la stabilità elettrica del cuore.
Verso una medicina cardiaca anticipatoria
Le implicazioni di questa ricerca sono ampie e potrebbero segnare l’inizio di una nuova era nella prevenzione cardiovascolare. La possibilità di identificare precocemente i soggetti a rischio attraverso screening mirati potrebbe permettere interventi preventivi prima che si sviluppino sintomi o danni più gravi.
Il dottor Moses propone un approccio di “medicina cardiaca anticipatoria”, dove l’identificazione precoce dei fattori di rischio consente di alterare la traiettoria della malattia. L’esercizio fisico, adattato all’età e alle capacità individuali, emerge come uno strumento preventivo fondamentale e accessibile a tutti.
Attività fisica: semplice ma efficace
La ricerca sottolinea che non servono programmi di allenamento estremi per ottenere benefici significativi. “L’esercizio dovrebbe essere adattato alla propria età e capacità, e può includere attività semplici ed economiche come camminare, correre, andare in bicicletta o altre attività aerobiche praticate con costanza”, consiglia il ricercatore.
Limiti e prospettive future
Come ogni studio osservazionale, questa ricerca presenta alcune limitazioni che i ricercatori stessi riconoscono. La popolazione studiata non era molto diversificata, particolarmente per quanto riguarda il genere, e sono necessari ulteriori studi per confermare i risultati e valutare l’efficacia degli interventi precoci.
“Abbiamo bisogno di ricerche future per capire se è possibile intervenire precocemente per ridurre il rischio di aritmie utilizzando cambiamenti dello stile di vita, programmi di esercizio o trattamenti farmacologici”, conclude Moses.
Un messaggio di speranza
Nonostante le limitazioni, questa ricerca offre un messaggio di speranza: molti fattori di rischio cardiovascolare sono modificabili. Mantenere una buona forma fisica attraverso l’esercizio regolare e sottoporsi a screening preventivi dopo i 50 anni potrebbero essere strategie efficaci per preservare la salute cardiaca e prevenire lo sviluppo di aritmie più gravi in futuro.
Il cuore, come suggerisce il dottor Moses, sussurra prima di gridare. Sta a noi imparare ad ascoltare questi sussurri e agire di conseguenza.