#ESC2025 – Quando curare il cuore aiuta anche il pianeta: i farmaci GLP-1 riducono le emissioni sanitarie
Una scoperta rivoluzionaria emersa dal Congresso della Società Europea di Cardiologia 2025 dimostra che è possibile ottenere un doppio beneficio: migliorare la salute dei pazienti cardiopatici e allo stesso tempo ridurre l’impatto ambientale del sistema sanitario. Lo studio sui farmaci GLP-1, comunemente utilizzati per obesità e diabete, rivela come il trattamento dell’insufficienza cardiaca possa contribuire significativamente alla lotta contro il cambiamento climatico.
L’impronta ambientale della sanità: un problema sottovalutato
Il settore sanitario globale è responsabile di quasi il 5% delle emissioni di gas serra a livello mondiale, un dato che evidenzia l’urgente necessità di interventi per ridurre l’impatto ambientale delle cure mediche. Fino ad oggi, tuttavia, pochi studi avevano quantificato i co-benefici ambientali delle terapie farmacologiche, concentrandosi principalmente sui risultati clinici.
La ricerca presentata a Madrid rappresenta uno dei primi tentativi sistematici di valutare come le decisioni terapeutiche possano influenzare non solo la salute dei pazienti, ma anche quella del pianeta.
Lo studio: quando meno è meglio per tutti
Il dottor Sarju Ganatra, Direttore della Sostenibilità e Vice Presidente della Ricerca presso il Lahey Hospital & Medical Center negli Stati Uniti, ha guidato un’analisi innovativa che ha coinvolto 3.743 pazienti con insufficienza cardiaca a frazione di eiezione preservata, una forma particolare di scompenso cardiaco.
I ricercatori hanno analizzato i dati di quattro studi clinici randomizzati controllati (SELECT, FLOW, STEP HFpEF e STEP HFpEF DM), confrontando pazienti trattati con agonisti del recettore GLP-1 con quelli che ricevevano un placebo.
I risultati sono stati sorprendenti: tra i 1.914 pazienti trattati con GLP-1 si sono verificati solo 54 eventi di peggioramento dell’insufficienza cardiaca, rispetto agli 86 eventi registrati tra i 1.829 pazienti del gruppo placebo.
I numeri che cambiano tutto
La riduzione degli eventi clinici si è tradotta in una diminuzione tangibile delle emissioni di CO₂. I pazienti trattati con GLP-1 hanno generato 9,45 kg di CO₂-equivalente per persona all’anno, rispetto ai 9,70 kg dei pazienti trattati con placebo. Una differenza di 0,25 kg per persona che potrebbe sembrare modesta, ma che nasconde un potenziale rivoluzionario.
“0,25 kg di CO₂-equivalente per persona risparmiati annualmente dalle ridotte ospedalizzazioni potrebbe sembrare poco”, spiega il dottor Ganatra, “tuttavia, quando questa cifra viene scalata sui milioni di pazienti eleggibili per queste terapie, si arriva a oltre 2 miliardi di chilogrammi di CO₂-equivalente risparmiati.”
L’impatto su scala globale: più di quanto si possa immaginare
Per comprendere la portata di questi risparmi, il dottor Ganatra offre paragoni concreti: 2 miliardi di kg di CO₂ equivalgono approssimativamente a 20.000 voli intercontinentali di un Boeing 747 a piena capacità, o alle emissioni cittadine di Bruxelles per 3 mesi. Per compensare naturalmente questa quantità di CO₂, sarebbero necessari circa 30 milioni di alberi coltivati per 10 anni.
La riduzione delle emissioni deriva principalmente da due fattori: minori ricoveri ospedalieri e visite ambulatoriali dovute al peggioramento dell’insufficienza cardiaca, e una significativa diminuzione del consumo calorico giornaliero dei pazienti.
Il meccanismo d’azione: come funzionano i GLP-1
Gli agonisti del recettore GLP-1 sono farmaci che mimano l’azione di un ormone naturale rilasciato dallo stomaco quando si mangia. Questi medicinali hanno molteplici azioni: riducono l’appetito, rallentano la digestione, diminuiscono la produzione di zucchero da parte del fegato e aiutano l’organismo a produrre più insulina.
Nel caso specifico dell’insufficienza cardiaca, il trattamento ha portato a una riduzione di circa 695,33 kg di CO₂-equivalente per paziente all’anno dovuta alla diminuzione del consumo calorico giornaliero, un beneficio che si aggiunge ai vantaggi clinici diretti.
Una nuova lente per valutare le terapie
“Combinando i dati degli studi clinici con le metriche di valutazione ambientale del ciclo di vita, offriamo una nuova lente per valutare l’impatto completo delle decisioni prescrittive”, sottolinea Ganatra. “Dimostriamo anche che è possibile per i trattamenti medici fornire doppi benefici: migliore salute per i pazienti e un pianeta più sano.”
Questo approccio potrebbe rivoluzionare il modo in cui valutiamo l’efficacia delle terapie, introducendo criteri di sostenibilità ambientale accanto a quelli clinici tradizionali.
Verso una medicina sostenibile
La ricerca apre la strada a una medicina che considera simultaneamente la salute umana e planetaria. Il dottor Ganatra auspica che in futuro i responsabili delle politiche sanitarie integrino le metriche di sostenibilità nelle valutazioni delle tecnologie sanitarie, nelle decisioni di copertura farmaceutica e nei quadri di approvvigionamento.
“Speriamo che in futuro l’impatto ambientale venga integrato nella progettazione degli studi clinici, nei processi normativi sui farmaci e nelle decisioni sui formulari per garantire che i sistemi sanitari si allineino con gli obiettivi di salute planetaria”, conclude il ricercatore.
Limitazioni e sviluppi futuri
Come ogni studio pionieristico, questa ricerca presenta alcune limitazioni. I dati utilizzati provengono da modelli basati su studi precedenti e set di dati ambientali consolidati, piuttosto che da misurazioni dirette. Lo studio non ha potuto considerare la variabilità a livello di singolo paziente, come le differenze comportamentali, e ha utilizzato valori medi per le emissioni correlate agli ospedali.
Il prossimo passo sarà validare la modellizzazione con dati reali di emissioni e risultati clinici, aprendo la strada a una nuova era della medicina dove efficacia clinica e sostenibilità ambientale procedono di pari passo.
Un messaggio di speranza
Questa ricerca dimostra che non sempre dobbiamo scegliere tra salute umana e salute del pianeta. Esistono soluzioni che possono beneficiare entrambe, e la medicina del futuro dovrà sempre più tenere conto di questa duplice responsabilità. I farmaci GLP-1 rappresentano un esempio concreto di come l’innovazione terapeutica possa contribuire a costruire un sistema sanitario più sostenibile e un futuro più verde per tutti.