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#EASD2025 – Una nuova speranza per i giovani con diabete: il farmaco tirzepatide mostra risultati promettenti

 

Il diabete di tipo 2 non è più solo una malattia degli adulti. Negli ultimi anni, sempre più bambini e adolescenti si trovano ad affrontare questa condizione, spesso legata all’aumento dell’obesità giovanile. Una nuova ricerca presentata al congresso dell’Associazione Europea per lo Studio del Diabete (EASD) di Vienna porta però buone notizie: il farmaco tirzepatide si è dimostrato efficace nel migliorare il controllo della glicemia e nel ridurre il peso anche nei più giovani.

Il diabete giovanile: un problema in crescita

I numeri parlano chiaro: negli Stati Uniti, l’incidenza del diabete di tipo 2 nei bambini e adolescenti è quasi raddoppiata in 15 anni, passando da 9 a quasi 18 casi ogni 100.000 persone all’anno tra il 2002 e il 2018. Questa crescita è strettamente collegata all’epidemia di obesità che colpisce le nuove generazioni.

Il diabete giovanile presenta caratteristiche particolari: progredisce rapidamente e risponde spesso meno bene alle terapie tradizionali rispetto alla stessa malattia negli adulti. Questo lascia medici e famiglie con opzioni terapeutiche limitate per aiutare questi giovani pazienti.

Cos’è il tirzepatide e come funziona

Il tirzepatide è un farmaco relativamente nuovo, già approvato per il trattamento del diabete di tipo 2 negli adulti. Si tratta di un agonista dei recettori GIP/GLP-1 che si somministra una volta alla settimana tramite iniezione sottocutanea. Il suo meccanismo d’azione aiuta a regolare i livelli di zucchero nel sangue e ha anche effetti benefici sul peso corporeo.

Finora, però, non si sapeva se questo farmaco potesse essere sicuro ed efficace anche nei pazienti più giovani. La ricerca SURPASS-PEDS, condotta dalla dottoressa Tamara Hannon dell’Università dell’Indiana, ha voluto rispondere proprio a questa domanda.

Lo studio SURPASS-PEDS: metodologia e partecipanti

I ricercatori hanno coinvolto 99 giovani tra i 10 e i 17 anni, tutti con diabete di tipo 2 non adeguatamente controllato dalle terapie esistenti (metformina, insulina basale, o entrambe). I partecipanti sono stati divisi in tre gruppi: uno ha ricevuto tirzepatide a basso dosaggio (5 mg), un secondo tirzepatide ad alto dosaggio (10 mg), e il terzo un placebo, tutti somministrati settimanalmente per 30 settimane.

Al momento dell’arruolamento, i giovani partecipanti avevano un’età media di circa 15 anni e convivevano con il diabete da circa 2 anni e mezzo. Tutti presentavano valori di emoglobina glicata (HbA1c) superiori al 6,5%, soglia che definisce la presenza di diabete.

Risultati straordinari: glicemia e peso sotto controllo

I risultati dello studio sono stati sorprendenti. Dopo 30 settimane di trattamento, i giovani che avevano assunto tirzepatide mostravano miglioramenti significativi in tutti i parametri misurati rispetto a chi aveva ricevuto il placebo.

Controllo glicemico: Quasi 8 giovani su 10 (79%) nel gruppo tirzepatide avevano raggiunto valori di HbA1c inferiori al 6,5% (quindi tecnicamente usciti dalla categoria diabete), e più della metà (53%) aveva valori sotto il 5,7% (al di sotto anche della soglia del prediabete). Nel gruppo placebo, questi traguardi li avevano raggiunti rispettivamente solo il 29% e il 14% dei partecipanti.

Perdita di peso: Forse ancora più impressionante è stato l’effetto sul peso. Mentre nel gruppo placebo l’indice di massa corporea (BMI) è rimasto sostanzialmente invariato (da 34,7 a 34,3), in chi assumeva tirzepatide si è registrata una riduzione media di oltre 9 punti, passando da 35,6 a 26,3. Questo rappresenta una diminuzione percentuale del BMI del 12% a un anno di trattamento.

Sicurezza ed effetti collaterali

Come ogni farmaco, anche il tirzepatide può causare effetti collaterali, ma lo studio ha mostrato un profilo di sicurezza accettabile. Gli effetti avversi più comuni sono stati di tipo gastrointestinale (nausea, vomito, diarrea), generalmente lievi o moderati e più frequenti durante le prime settimane di trattamento, quando si aumenta gradualmente il dosaggio.

Importante sottolineare che non si sono verificati episodi di ipoglicemia grave durante lo studio, e nessun partecipante del gruppo tirzepatide ha avuto bisogno di terapie d’emergenza per il controllo glicemico, a differenza del 18% del gruppo placebo.

Un cambio di paradigma nel trattamento del diabete giovanile

Secondo i ricercatori, questi risultati rappresentano una svolta nel trattamento del diabete giovanile. “Il tirzepatide è il primo farmaco utilizzato per il diabete di tipo 2 in questa fascia d’età che ha dimostrato effetti clinicamente significativi e sostenuti sulla riduzione del BMI”, hanno commentato gli autori dello studio.

La capacità di agire contemporaneamente su glicemia e peso corporeo è particolarmente importante nel diabete giovanile, dove l’obesità è spesso sia causa che conseguenza della malattia, creando un circolo vizioso difficile da spezzare con i trattamenti tradizionali.

Prospettive future e considerazioni pratiche

Sebbene i risultati siano molto promettenti, è importante ricordare che questo è ancora uno studio in fase sperimentale. Il tirzepatide non è ancora approvato per l’uso pediatrico, e saranno necessari ulteriori studi per confermarne la sicurezza a lungo termine in questa popolazione.

Inoltre, il costo del farmaco e la necessità di iniezioni settimanali potrebbero rappresentare delle barriere all’accesso per alcune famiglie. Tuttavia, considerando l’impatto potenziale sulla qualità di vita di questi giovani pazienti e sui costi sanitari a lungo termine, l’investimento potrebbe essere giustificato.

Conclusioni: una nuova arma contro il diabete giovanile

La ricerca SURPASS-PEDS apre nuove prospettive nel trattamento del diabete di tipo 2 giovanile, una condizione che fino a poco tempo fa era considerata rara e che ora rappresenta una sfida sanitaria crescente. La possibilità di avere un farmaco che agisce efficacemente sia sulla glicemia che sul peso potrebbe cambiare significativamente la prognosi di questi giovani pazienti.

Naturalmente, il farmaco non è una soluzione magica: rimane fondamentale l’approccio multidisciplinare che include educazione alimentare, attività fisica e supporto psicologico. Tuttavia, il tirzepatide potrebbe rappresentare un alleato prezioso in questa battaglia, offrendo ai giovani con diabete e alle loro famiglie una speranza concreta per un futuro più sano.