Stati generali delle malattie oculari
Occorre costruire una strategia nazionale per una visione condivisa su di un tema di grande impatto sociale, clinico, economico e politico sanitario – In Italia, circa 5 milioni di persone convivono con malattie ottico-retiniche, un numero destinato ad aumentare a causa dell’invecchiamento della popolazione. Davanti a questa emergenza sanitaria, le istituzioni hanno riconosciuto la necessità di riorganizzare l’assistenza, investire in screening e prevenzione, e affrontare le disuguaglianze di trattamento tra le Regioni – È in corso di esame in Commissione Affari Sociali e Sanità del Senato un disegno di legge, di cui è relatore il Senatore Giovanni Satta, volto a promuovere un approccio innovativo.
“I cittadini italiani devono avere garantito un dignitoso benessere visivo in una società che invecchia sempre di più”. Questo l’imperativo categorico emerso dagli Stati Generali delle malattie oculari promossi dall’Intergruppo Parlamentare sulla “Prevenzione e Cura delle Malattie degli Occhi” e dalla rivista di politica sanitaria Italian Health Policy Brief.
L’evento, organizzato a palazzo Baldassini, sede dell’Istituto Luigi Sturzo, in collaborazione con le società scientifiche di riferimento e le associazioni dei pazienti e advocacy, ha visto il confronto tra un nutrito panel di esperti su tematiche molto delicate allo scopo di dare risposte concrete ai circa 5 milioni di persone che in Italia convivono con le malattie ottico – retiniche. Un numero, quest’ultimo, destinato sicuramente ad aumentare a causa dell’invecchiamento della popolazione.
“Le malattie che colpiscono l’occhio – ha spiegato il professor Massimo Nicolò, coordinatore del Comitato tecnico scientifico dell’Intergruppo parlamentare sulla “Prevenzione e Cura delle Malattie degli Occhi” – iniziano tra i 55 e i 60 anni, in moltissimi casi tra soggetti ancora in età lavorativa con tutte le conseguenze che ben si possono immaginare, e vanno avanti per molti anni. A fronte di nuove tecnologie e nuovi farmaci la prognosi sta cambiando ma se le malattie degli occhi non vengono individuate e curate subito e bene la qualità di vita dei pazienti si deteriora, spesso si va incontro ad altri problemi associati ai primi come
fratture, cadute, a una maggiore dipendenza dalla famiglia e dai caregiver tanto per citare esempi concreti. Vanno allora attuate da subito politiche di prevenzione secondaria, come lo screening per la retinopatia diabetica. Nel caso delle maculopatie degenerative, invece, si deve fare ricordo a farmaci al passo con i tempi e non a farmaci imposti solo perché costano poco. Va infine rivista – aggiunge Nicolò – la parte della formazione: tutte le politiche oggi mettono in secondo piano il mondo universitario e semplificano sulla figura dell’oculista e il suo operare: alcune prestazioni, come la chirurgia della cataratta, vengono banalizzate e invece dietro di esse c’è una preparazione, una professionalità, ci sono tecnologie, c’è il setting operatorio. Senza polemica ma sembra esserci una minore nobiltà dell’ambito oftalmologico rispetto ad altri ambiti perché forse non c’è di mezzo la perdita della vita”.
Agli Stati Generali delle malattie oculari sono stati anche altri i temi trattati come la necessità di riorganizzare e potenziare i livelli di assistenza, investire appunto in screening e prevenzione, superare le disomogeneità d’accesso alle cure tra le diverse Regioni.
Ai tanti malati una prima risposta è stata fornita dai contenuti del Disegno di Legge 483 “Disposizioni per la tutela delle persone affette da patologie oculari cronico-degenerative e promozione della prevenzione, della ricerca e dell’innovazione nella cura delle malattie causa di ipovisione e cecità”, presentato a tutela delle persone affette da patologie oculari cronico – degenerative, e del quale è relatore il senatore Giovanni Satta, co-presidente insieme all’onorevole Matteo Rosso dell’Intergruppo Parlamentare Prevenzione e Cura delle Malattie degli Occhi.
Gli Stati Generali delle malattie oculari hanno però inteso sensibilizzare i decisori politico-sanitari su punti prioritari, come il potenziamento della chirurgia ambulatoriale, l’innovazione tecnologica e la promozione di un approccio integrato tra i professionisti. Sono stati affrontati temi cruciali quali la formazione di nuovi specialisti, la riduzione delle liste d’attesa, l’implementazione di tecnologie avanzate, e la gestione del welfare sociale legato alla salute visiva.
Tra gli interventi registrati, tutti di alto profilo, quelli del Sottosegretario alla Salute, Marcello Gemmato, e quelli degli stessi Co-Presidenti dell’Intergruppo, il senatore Giovanni Satta e l’onorevole Matteo Rosso, oltre che del presidente di Iapb Italia e dell’Unione Italiana Ciechi, Mario Barbuto.
“La prevenzione e la diagnosi precoce sono essenziali per minimizzare il rischio di sviluppare patologie
visive altamente invalidanti. Questi Stati Generali rappresentano una convergenza senza precedenti tra istituzioni, sanità e società civile, evidenziando una diffusa consapevolezza dell’urgenza di risposte concrete e tempestive. Purtroppo, sono ancora molte le carenze assistenziali a cui occorre fornire risposta ma sono certo che il dialogo e la collaborazione tra politica, comunità scientifica e pazienti permetteranno di sviluppare soluzioni efficaci e sostenibili per il futuro dell’assistenza oftalmologica in Italia” – ha sottolineato il senatore Giovanni Satta, co-presidente dell’Intergruppo Parlamentare Prevenzione e Cura delle Malattie Oculari.
“Serve costruire insieme una strategia nazionale condivisa – ha aggiunto l’onorevole Matteo Rosso, co- presidente dell’Intergruppo Parlamentare Prevenzione e Cura delle Malattie Oculari – ma soprattutto occorre mettere mano alla chirurgia ambulatoriale, che va potenziata, formare nuove generazioni di oculisti, dotare necessariamente almeno le strutture specialistiche delle più moderne tecnologie. Dobbiamo rimettere al centro anche l’importanza della prevenzione che spesso ha un alto costo iniziale ma che sul lungo periodo comporta un risparmio fondamentale non solo in termini di salute del paziente ma anche di risparmio nelle prestazioni successive. Solo così facendo riusciremo a diminuire l’impatto di uno tsunami che altrimenti, per quello che riguarda l’assistenza oftamologica in Italia, rischia di investirci nei prossimi anni”.
“La vista è un bene preziosissimo da tutelare del quale prendersi cura con molta attenzione nella società attuale, considerata la crescita progressiva dell’età media e delle aspettative di vita della popolazione in tutto il mondo che determinano il significativo incremento del numero di persone con patologie oculari – ha sottolineato Mario Barbuto, Presidente dell’Unione Italiana Ciechi Ipovedenti e della Fondazione Agenzia Internazionale per la Prevenzione della Cecità – IAPB Italia Ets. spiegando – Gli Stati Generali hanno evidenziato tematiche e cifre che inducono una riflessione: entro il 2030, come si legge nel rapporto annuale delle Nazioni Unite 2024, gli ultra sessantenni nel mondo cresceranno da 971 milioni del 2017 a 1,4 miliardi, mentre gli ultra ottantenni aumenteranno da 137 milioni del 2017, a ben 208 milioni. Queste modificazioni profonde nella composizione della popolazione stanno già causando una vera e propria esplosione dei problemi alla vista”.
Le previsioni per il futuro parlano di un numero di persone affette da degenerazione maculare legata all’età destinato ad aumentare di 1,2 volte tra il 2020 (195,6 milioni) e il 2030 (243,3 milioni); mentre il numero di persone affette da glaucoma aumenterà di 1,3 volte tra il 2020 (76 milioni) e il 2030 (95,4 milioni). Allo
stesso modo, si prevede che il numero di persone affette da presbiopia aumenterà da 1,8 miliardi nel 2015 a 2,1 miliardi nel 2030. Ci sono poi i milioni di casi di pazienti con retinopatia diabetica per i quali risulta necessario uno screening non sapendo, molti pazienti, di essere affetti da retinopatia ma neppure da diabete. In queste situazioni è importantissima la prevenzione ancora prima della cura.
“Molte delle malattie oculari possono essere non solo combattute ma anche risolte se prese in carico con il dovuto anticipo – dice la senatrice Maria Cristina Cantù, prima firmataria del Disegno di legge 483 sulle patologie oculari cronico – degenerative che intende fungere da modello di tutela dei pazienti in chiave preventiva e proattiva, che sottolinea – C’è un bisogno di prevenzione, di un approccio di medicina predittiva e di prossimità.