Emicrania: Nuove Linee Guida Internazionali per un Trattamento più Efficace
Firenze, 15 maggio 2025 – L’emicrania è un disturbo che affligge un numero elevatissimo di persone: solo in Italia si contano oltre 8 milioni di individui colpiti. Non si tratta di un semplice mal di testa occasionale, ma di una patologia neurologica complessa e debilitante. Per affrontare in modo più efficace questa condizione, sono state recentemente pubblicate le prime linee guida internazionali per il trattamento farmacologico delle crisi e la prevenzione del dolore emicranico.
Queste importanti indicazioni, frutto della collaborazione tra la Società Italiana per lo Studio delle Cefalee (SISC) e la International Headache Society (IHS), rappresentano un punto di riferimento cruciale per i medici. Pubblicate sulla prestigiosa rivista scientifica Cephalalgia, raccolgono in modo sistematico le raccomandazioni terapeutiche basate su un’analisi rigorosa delle più recenti evidenze scientifiche, spaziando dai farmaci tradizionalmente usati a quelli di ultima generazione.
Per lungo tempo, l’emicrania era trattata principalmente con semplici analgesici, come i FANS (antinfiammatori non steroidei). Sebbene utili, questi farmaci agivano in modo non specifico e presentavano limitazioni e rischi in caso di uso eccessivo, come l’effetto rebound o la potenziale tossicità. Negli ultimi anni, una migliore comprensione dei meccanismi alla base dell’emicrania ha portato allo sviluppo di farmaci sempre più specifici, capaci non solo di trattare l’attacco acuto ma anche di prevenirne la comparsa.
La crescente varietà di opzioni terapeutiche ha reso necessario uno strumento che guidasse i medici nella scelta del trattamento più appropriato e basato sull’evidenza. È in questo contesto che si inseriscono le nuove linee guida SISC-IHS, le prime al mondo di questo genere. Come sottolinea la Professoressa Marina de Tommaso, Presidente della SISC, “Disporre di linee guida costruite con criteri rigorosi e condivisi a livello internazionale consentirà ora ai medici di orientarsi tra le molte opzioni terapeutiche disponibili, scegliendo in modo consapevole il farmaco più sicuro ed efficace”.
Il lavoro alla base delle linee guida è stato imponente, coinvolgendo i maggiori esperti italiani e internazionali nel campo dell’emicrania. Sono stati prodotti due documenti distinti: uno molto dettagliato, che illustra la metodologia e l’analisi delle evidenze, e uno più sintetico, contenente le raccomandazioni pratiche per l’uso quotidiano da parte di specialisti e medici di medicina generale. La Professoressa Simona Sacco, che ha coordinato l’elaborazione, evidenzia come questo lavoro pluriennale offra ora alla comunità medica “uno strumento pratico e aggiornato per migliorare la qualità delle cure offerte ai pazienti”.
Guardando all’evoluzione terapeutica, dopo l’introduzione negli anni ’90 dei primi farmaci specifici (i triptani), gli ultimi anni hanno visto un vero “salto evolutivo” con l’arrivo di nuove classi di farmaci come i ditani e i gepanti. Questi ultimi, in particolare, hanno come bersaglio il CGRP (peptide correlato al gene della calcitonina), una molecola chiave nel meccanismo del dolore emicranico. Ulteriori progressi sono stati fatti con lo sviluppo di anticorpi monoclonali, anch’essi mirati al CGRP o al suo recettore, utilizzati per la prevenzione degli attacchi, e l’impiego della tossina botulinica per l’emicrania cronica.
Grazie a queste nuove “armi terapeutiche” e a una maggiore conoscenza della patologia, oggi è possibile ridurre significativamente la frequenza e l’intensità degli attacchi per la maggior parte dei pazienti, migliorandone nettamente la qualità di vita. Sebbene l’emicrania non sia sempre completamente eliminabile, è fondamentale che i pazienti, in particolare quelli con attacchi frequenti (oltre cinque al mese) o forme croniche, si rivolgano a un neurologo specializzato o ai Centri Cefalee. Come ricorda il Professor Innocenzo Rainero, Presidente Eletto SISC, in Italia esistono 75 Centri Cefalee accreditati, ma il medico di famiglia rimane un punto di riferimento insostituibile per la diagnosi tempestiva e la gestione iniziale.
È importante sottolineare anche l’apporto degli esperti italiani nella revisione dei criteri di prescrivibilità dei farmaci più innovativi da parte dell’AIFA, che ha portato a una maggiore flessibilità e personalizzazione delle terapie, consentendo, ad esempio, l’associazione tra anticorpi monoclonali e tossina botulinica in casi selezionati. Le linee guida pongono l’attenzione anche sull’importanza crescente delle terapie non farmacologiche – come l’attività fisica, le tecniche di rilassamento e la mindfulness – quali validi supporti, auspicando un maggiore riconoscimento da parte del Servizio Sanitario Nazionale. Le nuove linee guida rappresentano quindi un passo avanti fondamentale per migliorare la gestione dell’emicrania, offrendo una bussola basata sull’evidenza scientifica per medici e una speranza concreta per milioni di pazienti.